Regia di Paolo Taviani, Vittorio Taviani vedi scheda film
Purtroppo, già dalle prime inquadrature, "La masseria delle allodole" non si presenta per quello che dovrebbe essere realmente e per lo schermo su cui si è pensato di proiettarlo: il cinema. Infatti, sembra di trovarci di fronte ad un film tv, ad una fiction televisiva, per come è stato girato, per la fotografia e per la sceneggiatura (in particolare quel voler sempre spiegare tutto ad ogni costo). Questo è il suo più grande difetto.
Quindi, non a caso, risalta evidentemente all'occhio una regia convenzionale, stucchevole e scolastica, e dei dialoghi spesso banalucci, retorici, esili e senza il giusto spessore. Quindi un film traballante ed imperfetto che però non è privo anche (e fortunatamente) di aspetti positivi: su tutti, l'essere un film estremamente sentito e sincero. Il voler a tutti i costi portare alla luce dei fatti che per tanti anni sono rimasti (volutamente e ingiustamente) nascosti: farlo sapere alla gente, dire che è successo. E per questo tipo di film è a mio parere l'aspetto più importante e fondamentale.
Troviamo poi alcune immagine molto belle e alcune scene emozionanti e di grande impatto che, nell'insieme, contribuiscono a colpire lo spettatore.
Un film che nonostante le molte imperfezioni e lacune è veramente interessante, sentito, forte e pietoso anche se, ahimè, è eccessivamente romanzato.
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