Regia di Claudio Antonini vedi scheda film
Una cantante di liscio, non molto coinvolta dal proprio mestiere, cerca invano l'uomo della sua vita accoppiandosi con assidua frequenza. Il figlioletto tenta quindi di trovarle un partner fisso nel suo maestro di musica.
L'opera seconda di Claudio Antonini, a distanza siderale dal debutto con Passi sulla Luna (1991, tre lustri prima), è questa commedia sentimentale malinconica e facilmente accomodante, ritratto di una donna di provincia come tante, insoddisfatta e impossibile a soddisfarsi. Un film dall'impostazione autoriale, con una resa estetica ben curata e una protagonista come Laura Morante che ha tutte le carte in regola per reggere un'intera pellicola sulle spalle, dalla sceneggiatura sofisticata sotto il profilo psicologico eppure carente di snodi vivi, vivaci, in grado di mantenere alta l'attenzione e di lasciare sostanzialmente il segno. Liscio, soggetto e sceneggiatura di Marco Campogiani, è un'opera che sembra meglio architettata di come sia stata poi in effetti confezionata; il ritmo vacilla e non sempre le idee rendono al meglio (es. la sequenza in cui il bambino si ritrova davanti, a colazione, una serie di amanti materni: sulla carta divertente, in pratica non altrettanto), per tacere poi del lieto fine che rincuora sul momento, ma a ben vedere non lascia alcuna morale significativa. In ruoli di contorno o minori troviamo anche Antonio Catania, il piccolo Umberto Morelli, Massimo Ciavarro, Giorgio Molteni e Ninni Bruschetta; il film ha ricevuto i contributi economici ministeriali destinati alle opere artisticamente rilevanti. A conti fatti sarebbe stato interessante vedere un'opera terza di Antonini, ma finora non c'è stato niente da fare. 3,5/10.
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