Regia di Claudio Antonini vedi scheda film
Raul, un ragazzino di 12 anni, fin troppo saggio per la sua età, vive con la madre Monica, bella donna che di mestiere canta in una variopinta orchestra di liscio e nella quotidianità ama gli uomini come si amano i pannolini o i kleenex. Un'esistenza tutto sommato quieta, dove il fanciullo è incalzato da una compagna di scuola che vorrebbe baciarlo e la donna da un'ambiziosa voglia di cambiare genere musicale, magari cantando le canzoni che scrive tra una colazione, un amplesso e un diverbio con il figlio. L'operina è gracile e graziosa, sintetica e veloce (se togliamo i titoli di testa e di coda siamo sui 70 minuti scarsi), senza particolari voli pindarici e tuttavia onesta nel rappresentare una fetta di provincia italiana che si accontenta di quello che ha. Ma la vera ragion d'essere dell'operazione - al di là della scaltra verve del piccolo Umberto Torelli - è concentrata su Laura Morante. E sulla sua voglia di rimettersi, ancora una volta, in discussione. Splendida cinquantenne, Laura è naturale e credibile come musa alla Casadei e come cantautrice, come mamma affettuosa e confusa e come amante erotica e volitiva. Un'attrice così meriterebbe però un cinema più orgoglioso di se stesso, più complice, più presuntuoso. Di puro mestiere il resto del cast.
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