Regia di Kiyoshi Kurosawa vedi scheda film
In questo film la lentezza tipicamente orientale si unisce al senso del mistero, al vuoto del non sapere e del non ricordare, e al ritmo suadente della persuasione occulta. Le domande insistentemente ripetute, e lasciate senza risposta, sono colpi di scalpello negli ignoti interstizi dell'anima, nelle crepe dell'essere profondo, da cui escono i fantasmi dell'odio represso e delle inclinazioni scandalose. La "cura" è un diabolico tocco di genio, che rompe l'incantesimo e spezza i forzosi legami che tengono insieme le persone, come membri della società e come entità del mondo schizofrenico che ognuno di noi racchiude in sé. In questo film scoprire la verità significa ritornare indietro, non solo nel passato individuale, scavando nelle memorie rimosse dell'inconscio, ma anche nel passato della scienza, per far rivivere quei momenti in cui la fiammella di una nuova conoscenza è balenata ed è stata subito, vigliaccamente, estinta.
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