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Regia di Zack Snyder vedi scheda film

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Fanny Sally

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La recensione su 300

di Fanny Sally
6 stelle

Fumettone in salsa peplum visivamente intrigante, ma che scade più volte nel più becero kitsch.

Trasporre una delle battaglie più famose e tragiche della storia, quale fu la battaglia delle Termopili (480 a.C.), in un’opera fumettistica è una mossa di per sé piuttosto audace e azzardata. Tentare poi di convertire i disegni in immagini animate è un altro passo che spesso si è rivelato fallimentare, laddove l’opera filmica per risultare credibile e scorrevole ha bisogno di una maggiore fluidità narrativa e compattezza, nonché di un buon approfondimento caratteriale, e soprattutto di interpreti che non facciano rimpiangere troppo le controparti cartacee.

Ora l’ambientazione nell’antica Grecia, nello specifico a Sparta, è alquanto problematica, sia per la distanza temporale e sociale, sia per l’inevitabile influenza di un’aura leggendaria attorno alle vicende che riguardano quella civiltà.

Premesso dunque che, trovandosi di fronte ad un prodotto di finzione e intrattenimento si debbano abbandonare le premesse di assoluta attendibilità storica, ciò che la pellicola di Zack Snyder si propone è essenzialmente divertire, nel senso di svagare lo spettatore, puntando ad enfatizzare i momenti di spettacolarità e di violenza, attraverso una serie di espedienti visivi corredati dalla scelta di un cast fisicamente adeguato a sfoggiare costumi (striminziti) che richiamano un po’ l’iconografia delle sculture elleniche.

 

La trama insomma ruota tutto intorno alla trepidante attesa di questo epico scontro tra trecento guerrieri Spartani, guidati dal granitico, saggio e temerario re Leonida, incarnato da un convinto Gerard Butler, e un’orda di soldati Persiani al servizio del tirannico, ambiguo ed edonistico Serse, rappresentato (non si capisce perché) come un semidio egoista e megalomane che ha le sembianze visibilmente modificate dell’attore Rodrigo Santoro. Nell’esercito persiano vengono curiosamente inseriti anche molti uomini dalle fattezze deformi e animalesche, tanto che a tratti si ha quasi la sensazione di essere finiti nella terra di Mezzo del Signore degli anelli.

È sicuramente una rappresentazione dell’Oriente piuttosto bizzarra e per certi versi discriminatoria, rispetto alla perfezione assoluta ostentata dai fisici degli eroi greci, anche se pure tra loro si nascondono scherzi della natura, che giocano un ruolo determinante: gli efori, sorta di saggi consiglieri dalla fisionomia maialesca, contrari alla scelta di Leonida di condurre operazioni militari durante un periodo di festività sacre, e soprattutto il traditore Efialte, colui che svelò a Serse i piani strategici degli spartani, qui raffigurato come un gobbo rifiutato dai suoi cittadini. Passa insomma il concetto, ripreso in parte dalla cultura greca, per cui la malvagità debba essere associata alla bruttezza fisica.

 

La storia è esile, ma in parte viene arricchita dall’invenzione di un complotto interno al regno di Sparta, avente come vittima Gorgo, affascinante e forte moglie di Leonida (cui presta il volto la seducente Lena Headey), che si svolge parallelamente alle scene di battaglia. Queste ultime sono rappresentate in maniera tanto suggestiva quanto irrealistica, a partire da armi e armature (non è francamente plausibile che i soldati fossero in mutande!) finendo per perdere il loro impatto brutale: ogni uccisione infatti avviene in maniera spettacolarizzata, eppure i movimenti così coreografati ammaliano, soprattutto per l’uso accurato di fotografia e colori che davvero danno la sensazione di osservare delle tele.

 

È indubbiamente l’impianto visivo, insieme a qualche spavalda frase d’effetto, ad affascinare e stordire lo spettatore, trasportandolo in una dimensione popolata di aitanti eroi e di orrendi mostri, di smodato coraggio e sfrenata brutalità, di ottuse credenze e leggi selettive.

Molto viene taciuto, molto inventato, e il film è nel complesso molto americano nella sua estetica e nelle sue esagerazioni, con atmosfere anche a tratti da videogame ammazzatutti.

 

Imperdonabile il finale così tronco, proprio quando la vicenda diventava più interessante.

 

Nel bene o nel male è diventato comunque un cult, perciò la visione è consigliata agli appassionati di cinema.

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