Regia di Zack Snyder vedi scheda film
Le tecniche attuate per non tradire l'estetica delle vignette soffocano il pathos e il soffio epico cui vanamente ambirebbe l'operazione.
Fotografia color seppia iper-patinata e ultra-realistica, movimenti accelerati e a rallentatore, uso a tappeto del green screen, ritocchi digitali a manetta: questo è 300, e questo è l'asettico stile che Zack Snyder applica non solo al suo film più famoso, bensì, con esigue varianti, a tutti quelli da lui girati a partire da esso, da Il regno di Ga' Hoole a L'uomo d'acciaio. La pellicola segue all'assoluta lettera l'omonimo fumetto di Frank Miller (il creatore di Sin City, per intendere) che narra con estese libertà storiche di varia natura (una su tutte, le armature, ben differenti da quelle reali) e pesanti dosi di splatter (sangue a schizzi e teste squartate) l'episodio delle Termopili, che a fronte della perdita di tre centinaia di guerrieri permise all'esercito spartano di riarmarsi contro quello dei Persiani. Ma la regia è distratta, il montaggio approssimativo, e le tecniche attuate per non tradire l'estetica delle vignette soffocano il pathos e il soffio epico cui vanamente ambirebbe l'operazione. Inoltre, le battute del copione di Snyder, Michael Gordon e Kurt Johnstad creano imbarazzo. Gerard Butler (Leonida), Michael Fassbender (Stelios) e gli altri membri del cast (fra cui spicca Rodrigo Santoro, che interpreta un effeminato e isterico Serse, personaggio meglio approfondito nel sequel 300: L'alba di un impero) recitano con un'invidiabile sprezzo del ridicolo.
Musica (casinista) di Tyler Bates.
Film DELUDENTE (4) — Bollino ROSSO
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