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300

Regia di Zack Snyder vedi scheda film

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GARIBALDI1975

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La recensione su 300

di GARIBALDI1975
10 stelle

‘300’ è un film grintoso, è sempre al limite con il concetto ‘classico’ di cinema, cavalca sempre il confine tra cinema e fumetto; non è un faro di scrupolosa o corretta sceneggiatura, ma è un infernale miscuglio di spettacolari immagini, scenari giganteschi e combattimenti senza fiato che lo rendono un film unico e quasi magicamente irripetibile. Una novità, un'innovazione nella storia del cinema. Lo ami o lo detesti, ma l’onesta ti deve spingere, comunque, a considerarlo un CULT, universalmente riconosciuto dalla stessa cinematografia e anche da coloro che lo disprezzano.

 

Dio e le divinità umane, eroi, orchi giganteschi, mistiche profetesse, sacerdoti, leggende e favole, … figure tutte presenti in ‘300’. Questi soggetti per anni hanno ispirato l'umanità, impreziosendone  i racconti e ispirandone i sogni. ‘300’ è un film stracarico di tali personaggi che ci entusiasmano e ci rievocano decine di altri epici racconti classici, sia pure con un modo di fare sfrontato, moderno, senza ipocrisie, ma sfacciatamente ‘falso’ e anche glamour. ‘300’ è un film che ha il coraggio di osare quello che fino a ieri sembrava impossibile prima di lui.

 

Che sia subito chiaro, … 300 non ha NULLA di storico! Snyder usa con voluta superficialità l’episodio storico per raccontarci una favola tutta sua. Così come le favole da sempre sono state utilizzate come lezioni di moralità per i più piccoli. ‘300’ ci rappresenta una favola per adulti. Lo fa utilizzando uno stile fumettistico, esplorando idee sul coraggio e la gloria con larghe pennellata di eroismo e romanticismo. Utilizza in chiave moderna archetipi potenti e radicali per infondere un chiaro messaggio di coraggio contro lo strapotere del ‘colonialismo’, inteso nel senso più estensivo del termine.

 

Il film tratto dall'omonimo fumetto di Frank Miller ha un carattere esplosivo, con forti immagini di guerrieri a torso nudo e oracoli dalle sensuali movenze. 300 ci trasporta in un mondo di fantasia, ma con un’intensa violenza sanguinaria. E’ la favola di 300 guerrieri spartani, addestrati sin dall'infanzia ad essere qualificati combattenti, che si lanceranno contro l’esercito persiano composto da milioni di unità. Moriranno, ma non saranno morti invano, perché lo faranno per la libertà, per catalizzare la vittoria finale di Sparta, per annunciare al mondo un nuovo ordine morale di vasta portata

 

 

Non è vero che è un film che esalta il machismo. La maggioranza degli attori e delle comparse sono uomini. Ma ci sono più di un episodio nel film che lanciano chiare idee contro la misoginia. Penso alla splendida moglie del re Leonida, la regina Gorgo. E’ vero che in guerra lei non ci va, ma davanti al Consiglio di Sparta (una sorta di Senato) la regina dice la sua chiaramente,  anche se viene snobbata nel suo messaggio politico dagli altri consiglieri. Non sta in silenzio davanti al diplomatico dall'imperatore di Persia. La regina Gorgo mostra di essere una donna di Sparta in tutto e per tutto: coraggiosa, intelligente, disposta a sacrificare se stessa con forza come ogni altro guerriero maschio, sino ad arrivare a fare un discorso nell’assemblea politica che avrebbe impressionato anche l’ex Primo Ministro inglese Margaret Thatcher. Ma, c’è da dire che a differenza di molte moderne leader donne (vedi la nostra Rosi Bindi, Santanchè, Merkel, ecc…), la regina Gorgo è sin da subito un concentrato di sexy femminilità.

 

I paesaggi hanno la semplicità torva, tenebrosa, crudele di Sin City (che fu il primo adattamento cinematografico ai fumetti di Frank Miller). Ma a differenza di Sin City, i fondali sono molto più realistici, mantenendo sempre un'atmosfera fantasy. Le sanguinose battaglie hanno una violenza stilizzata continuamente sottolineata dall’effetto rallenty, dallo slow-motion. Tale effetto ha imposto una maggiore accuratezza delle scene di battaglia ed una attenta preparazione coreografica degli attori. I personaggi hanno volutamente poca “profondità”, rimangono molto semplici, mantenendo nello spettatore la sensazione di leggere davvero una graphic-novel poco impegnativa.

 

Al livello mediatico il film ha scatenato molte polemiche non solo di una certa specie di critica cinematografica, ma anche sul piano politico. Forti sono state le proteste provenienti dall’Iran, giudicando ‘300’ un "film che ha insultato l'antica e gloriosa civiltà della Persia". "Hollywood dichiara guerra agli iraniani … Il film rappresenta gli iraniani come demoni, senza cultura, sentimento o umanità, che non pensano ad altro che attaccare le altre nazioni e a uccidere  … Si tratta di un nuovo tentativo di diffamare il popolo iraniano e la sua civiltà di fronte all'opinione pubblica mondiale, in un momento di crescenti minacce americane contro l'Iran" (cfr. Ali Jaafar, «Iran president irked by '300'», Variety, 21 marzo 2007, «Iran outraged by Hollywood war epic "300"», Middle East Times, 13 marzo 2007,«Iran condemns Hollywood war epic», BBC, 13 marzo 2007, «Iran's U.N. Mission Outraged at '300'», The New York Times, 23 marzo 2007, François Peneaud and Joe Palmer, Frank Miller and 300's Assault on the Gay Past, AfterElton.com - Gay and Bisexual Men in Entertainment and the Media, Wesley Morris, «300 Movie Review, Sweating it out at the Hot Gates», The Boston Globe, 9 marzo 2007). Per gli iraniani il film dipinge i Persiani  come un'orda mostruosa, barbarica e demoniaca e il re Serse è rappresentato come un uomo effeminato.

 

Le cronache internazionali al momento del rilascio del film, in effetti, potevano far sorgere qualche dubbio. Nell'anno 2007 gli americani vivevano intensi dubbi e crescenti critiche interne in relazione al fallimento dell'intervento militare nell’Iraq, anche a causa della costanti perdite di militari al fronte. A prescindere da quali siano le ragioni e i torti di questa guerra che si è rilevata un fallimento, c'è di fatto che gli americani avevano bisogno di credere in se stessi. Il film risponde a queste esigenze poiché fornisce stereotipi di eroi che muoiono per le loro idee e trovano il modo di giustificare il dolore che la guerra comporta.

Su questo punto mi sento di dover credere alle parole del regista di ‘300’, il quale ha sempre risposto che il film non contiene alcun messaggio rispetto alle razze, religioni e preferenze sessuali

Piuttosto, mi piace sottolineare come ‘300’ se avesse un messaggio sarebbe specificamente energico proprio CONTRO IL COLONIALISMO, nel senso più ampio del termine. Su questo piano gli U.S.A. sono i colonialisti per antonomasia nei tempi moderni! Mi sembrerebbe un messaggio –semmai- anti-americano! Tuttavia trovo sconcertanti i proclami iraniani i quali attribuiscono al film un valore politico esagerato e non considerano le evidenti semplificazioni fumettistiche di cui il film risente.

 

A prescindere dalle polemiche, su un piano cinematografico per me ‘300’ è una piacevole esperienza visiva. Un film d'azione fatto bene, sbalorditivo e passionale. Qualcosa di bello da vedere, più che da capire.

 

 

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