Regia di Giambattista Avellino, Salvo Ficarra, Valentino Picone vedi scheda film
Commediola di basse pretese, ma in esse riuscita. Ficarra e Picone sono al secondo appuntamento cinematografico e già in Nati stanchi hanno dimostrato di sapersi distinguere dalla massa informe di cabarettisti di terz'ordine vomitati dalla televisione in quegli anni; anche qui la trama è semplice semplice e per di più si basa sul classicissimo scambio di culle. L'affiatamento della coppia è fuori discussione, le comparsate di Remo Girone, Arnoldo Foà e Tony Sperandeo arricchiscono, colorano la storiella; la differenza dai vari cinepanettoni è palese e l'insufficienza è tutt'altro che grave: è solo un prodotto un po' piatto e di scarsa fantasia, ma lineare, divertente e lontanissimo dalle volgarità e dalle recitazioni canine dei Vanzina e dei Parenti.
Nel 1975 un infermiere indispettito dal destino decide di sostituirsi ad esso e scambia due culle, la 7 e la 8; trent'anni dopo i due bambini, ormai adulti, si reincontrano e scoprono la verità. Uno è un ladruncolo e l'altro è invece inquadrato e serio; inevitabilmente la scoperta sconvolgerà - ed accomunerà - le loro esistenze.
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