Regia di Giambattista Avellino, Salvo Ficarra, Valentino Picone vedi scheda film
Il film trae spunto da uno scambio di neonati nel “nido” di una clinica ostetrica. L’idea non è nuova (vedi “Affari d’oro” o “C’era una volta in America) ma sono originali le motivazioni che hanno influenzato questo scambio. Un infermiere di turno notturno, risentito contro il destino che gli ha impedito per un numero di fare una grossa vincita ad una lotteria, usufruendo di quel potere che negli ambienti pubblici è quasi routine e che ha le caratteristiche dell’abuso, della mancanza di rispetto nei confronti dei concittadini, frutto di ignoranza ed arroganza, effettua il cambio di culla e di bracciali identificativi, con conseguenze che esploderanno dopo 31 anni. I due “pargoli”, di estrazione sociale e di educazione diametralmente opposte, per un caso fortuito si incontrano o meglio si scontrano e da quel momento, nel bene e nel male, si frequentano. I due attori, di estrazione cabarettistica, co-registi, affrontano questo lungometraggio ricorrendo ad una vis comica, che se pure propria, doveva risultare completamente diversa da quella impiegata in brevi interventi. E questa volta ci riescono (un precedente tentativo fu un flop). Le “maschere”, gli ammiccamenti, le espressioni, insieme ai dialoghi, alla mancanza di volgarità o di pesanti doppi sensi, conferiscono all’insieme una scintillante, vorticosa, divertente evoluzione di eventi che rendono oltremodo piacevole la visione. Anche se il finale pecca di una evidente evanescenza che ne impedisce una chiusura idonea, tuttavia le gag, le sorprese, le situazioni paradossali, il ritmo incandescente, danno sostanza a questa commedia scorrevole e piacevole. Se non si ricorre al diritto di “recesso”, vale la pena di trovarsi in piena Palermo, con quell’umorismo tipico siciliano, caldo, un po’ arruffone e piacevole. Nel montaggio non viene chiarito il perché dell’accumulo di insegne stradali nel garage di Tommaso, aiutato da Daniele. C’è un taglio: sembrerebbe che Tommaso avesse idea di aprire un commercio vivace con altre cittadine sicule, dopo averle rubate nel capoluogo. A parte questa “omissione” il cast si presta bene e Ficarra e Picone lavorano con grande capacità recitativa, riuscendo con proprietà ed idoneità ad uscire dalle apparizioni di pochi minuti per inserirsi in un contesto più lungo,armonico e lineare, ove l’umorismo, vario e composito, perdura per tutta la durata del film senza renderlo pesante e soprattutto volgare. Qualche volta è necessario passare del tempo senza porsi angosciose domande o inquietanti interrogativi, ma lasciandosi trascinare dalla spontanea e franca risata. Coreografia buona, montaggio felice, colonna sonora di Carlo Crivelli adeguata. Voto 7,5
Di Carlo Crivelli, un po' "esuberante, ma sostanzialmente appagante
piacevole e scorrevole
come sopra
come sopra
Un buon salto di qualità per un macchiettista. Sostiene alla grande il ruolo di Tommaso
non inferiore a Ficarra. La figura di Daniele è nelle sue corde
Un mostro di attore relegato, con dignita, nella piccola apparizione come Padre Priore
Buono nella parte di infermiere "Dio"
brevissima parte come padre naturale di di Tommaso. Troppo poco per giudicare ma direi buona
Il Colonnello LaBlasca ha una prestazione alternante. a momenti decisamente buona, in altri sufficiente
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