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Saw III. L'enigma senza fine

Regia di Darren Lynn Bousman vedi scheda film

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La recensione su Saw III. L'enigma senza fine

di munnyedwards
6 stelle

 

John Kramer (Tobin Bell) sta morendo, nemmeno un giocatore infallibile come lui puo vincere la partita contro la morte, il tumore al cervello che ha trasformato la sua vita (e quella di molti altri) in una specie di parco giochi dell’orrore è giunto ormai alla fase finale, “game over” ci sarebbe da dire, se non fosse una battuta di pessimo gusto.

Quando lo vediamo su quell’improvvisato letto di ospedale, nascosto in uno di quei grandi magazzini no exit dove alimenta le sue malate ossessioni non può che apparirci come un lontano parente del temibile Jigsaw, il famigerato serial killer dalla mente sopraffina e dalla spietata tecnica assassina.

Ma il gioco non è ancora finito, perché dietro al moribondo Kramer/Jigsaw ha da tempo preso vita un allievo ben indottrinato, un allievo che per quanto fedele non segue però le direttive del maestro e inscena i suoi rituali di morte ignorando le regole basilari del gioco (c’è sempre una via di fuga!), per questo anche l’allievo fidato è sotto osservazione, anche lui pedina inconsapevole dell’ennesimo test.

Un gioco ad alta tensione che si consuma nel piu classico stile di quella che ormai possiamo definire una vera e propria serie, in quanto la continuity nella saga di Saw è un elemento essenziale e anche in questo terzo film vengono ripescati vecchi personaggi e concesse risposte a domande rimaste in sospeso.

 

Tobin Bell

Saw III. L'enigma senza fine (2006): Tobin Bell

 

A scrivere il soggetto tornano i creatori del fortunato marchio vincente (Saw III ha incassato quasi 165 milioni di dollari), gli stessi James Wan e Leight Whannell che nel primo film non avevano impressionato poi molto, l’acquisto in regia e in scrittura di Darren Lynn Bousman per Saw II fu chiaramente un colpo vincente e il regista viene riconfermato anche per questa terza prova, lo schema narrativo non presenta innovazioni come è normale che sia in un prodotto del genere ma lo spessore dello scritto permette di costruire una buonissima tensione e di ben delineare i nuovi personaggi in scena.

Il tema portante è sempre lo stesso, la percezione della vita, l’importanza della vita, il peso insostenibile di una sfida drammatica per tornare a sentire qualcosa che da molto tempo viene ignorato, offeso, buttato via senza ritegno, Jigsaw dall’alto (o dal basso dell’inferno) della sua posizione continua a giudicare gli uomini e le donne e ad impartire loro la giusta punizione, perchè la sua visuale è naturalmente diversa, la sua percezione è diversa, nessuno meglio di un malato terminale può capire l’importanza di ogni singolo secondo di vita.

Al centro dell’ennesima vicenda di morte due sentimenti contrapposti che si confrontano nell’orrore del quotidiano, odio e perdono, vendetta per un figlio ucciso da un pirata della strada o l’innaturale gesto liberatorio della pietàs, la scelta spetta al povero Jeff Reinhart (Angus Macfayden) che si risveglia nel mondo psicadelico di Jigsaw per compiere il suo viaggio allucinante, trovandosi di fronte le tre persone che (in)direttamente sono responsabili della morte del figlio.

Nel contempo la storia si sdoppia (per poi riunirsi nel finale) raccontandoci la vicenda del chirurgo Lynn Denlon (Bahar Soomekh) rapita dal complice di Jigsaw e portata al suo capezzale, il suo compito, minacciata da un collare esplosivo collegato ai segni vitali dell’Enigmista e quello di tenere in vita l’uomo fino al termine della partita, un impresa che sembra proibitiva.

 

scena

Saw III. L'enigma senza fine (2006): scena

 

Dal punto di vista della forma niente di nuovo sotto il sole, la regia di Bousman conferma la frenetica e sincopata messa in scena gia vista nei precedenti capitoli, notevole è invece lo studio delle nuove trappole di morte, una continua sfida verso territori sempre piu splatter, macchine micidiali per infliggere una morte lenta e dolorosa, Jigsaw non ha mai ucciso in prima persona ma le sue tecniche sono in continua evoluzione, come il tumore che gli cresce nel cervello si espandono come un corpo estraneo ma vitale e pulsante.

Saw è una saga che finora mi ha sorpreso, dopo un primo capitolo pieno di difetti (ma con un gran twist finale) sono riusciti ad ampliare l'universo malato di questo personaggio, a costruirgli intorno una dimensione fatta di orrori in sequenza che si specchiano nella naturale ripetizione dell’atto omicida, ma che consentono anche uno sviluppo coerente della trama, è una serialità che finora funziona e che a piccoli passi va sempre in crescendo.

Il terzo capitolo sembra chiudere i conti, il finale (con immancabile colpo a sorpresa) è perfetto per una degna e logica conclusione della vicenda, forse gli autori ci hanno pensato in fase di scrittura ma quando un film incassa 165 milioni di dollari a fronte di un budget di 10 milioni tutto perde di significato, Jigsaw non puo morire perchè oltre che un killer infallibile è anche una macchina perfetta per fare soldi, per cui avanti con il gioco, il game over deve essere rimandato e a questo punto sono davvero curioso di vedere cosa si sono inventati nel quarto capitolo.

Del film esistono diverse versioni, una unrated di 114’ e una director’s cut di 121’ uscita per il mercato home video, presenti almeno due finali alternativi che non cambiano tuttavia il senso del film, materiale buono per il fan sfegatato, io da semplice fruitore mi accontento della versione originale, che comunque ha una sua precisa coerenza narrativa.

Voto: 7

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