Regia di Dito Montiel vedi scheda film
VOTO 7,5 REDENTO (Tv 29 Dicembre 2011)
Shia LeBeouf, Astoria Queens, Luglio 1986, crepuscolo, sguardo in camera:
- Mi chiamo Ditto: lascerò tutti in questo film.
Si inizia con questo senso di colpa e si finisce con i Kiss di New York Groove e la dedica per Antonio. Dito Montiel scandaglia la memoria per dare un senso alla sua vita. Il legame che lo lega al suo sciagurato/odiato/amato quartiere/famiglia è la dimostrazione delle possibilità (e dei limiti) sociali dell'animale uomo.
Ne deve succedere di merda prima di arrivare alla fine...
Così un sorriso chilometrico di Rosario Dawson, dopo un'assenza di vent'anni è il sorriso di tutti gli amori adolescenziali persi per strada, è il ricordo che riaffiora e tortura. E il ricordo bisogna saperlo narrare, rappresentare e il regista lo sa fare, lasciando che lo stile accompagni i sentimenti, rifiutando il classico impianto a flashback a favore di un più libero flusso dei pensieri. No alle canzoncine vintage e alle facili scenografie retrò. Gli attori ci sguazzano in questa messinscena e hanno la possibilità di colpire l'immaginario con poche battute, come il sorridente e ormai icona Eric Roberts, in un cameo indimenticabile. La redenzione arriva con la consapevolezza delle proprie origini e il destino rimane un'incognita irrisolvibile. A guide to recognizing your saints è un film bello e profondo che ci mostra la merda, ma come cantava Fabrizio de Andrè: Dai diamanti non nasce niente, è dal letame che nascono i fiori...
E sui titoli di coda tutti cantiamo con i Kiss:
Many years since I was here, on the street I was passin' my time away
To the left and to the right, buildings towering to the sky
It's outta sight in the dead of night
Here I am, and in this city, with a fistful of dollars
And baby, you'd better believe
I'm back, back in the New York Groove
I'm back, back in the New York Groove
I'm back, back in the New York Groove
Back in the New York Groove, in the New York Groove
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