Regia di Dito Montiel vedi scheda film
Dopo la visione del film, ne ero letteralmente conquistato. E' un film che coinvolge e non capisci bene neanche il perche', dato che la trama e i personaggi hai la percezione di averli visti al cinema altre volte; vi si parla infatti di contrasti fra genitori e figli, di contrasti fra gang di ragazzini, di passaggio dalla adolescenza inconsapevole alla rabbia giovanile, della voglia di andarsene dal "natìo borgo selvaggio", dei primi amori, dei rimpianti di chi - adulto - si volge a guardare indietro nel proprio passato...Insomma si parla di aspetti della vita visti al cinema gia' tante volte, eppure qui messi in scena con una tale forza e passione (ma anche semplicita') che alla fine ti ritrovi a commuoverti, cosi', a tradimento.
In realta' si tratta di adattamento di una autobiografia scritta dallo stesso regista, Dito Montiel: le cronache dicono che l'attore Robert Downey Jr, avendo casualmente assistito ad un reading dello scrittore stesso, ne sia rimasto talmente infatuato che poi abbia voluto con forza diventasse un film alla cui regia figurasse lo stesso autore del testo. E cosi' e' stato, grazie allo sforzo produttivo di Trudie Styler,consorte di Sting. Poi sono venuti i riconoscimenti, a partire dall'appoggio ricevuto dalla Fondazione Sundance,la famosa istituzione voluta da Robert Redford. C'e' chi ha tirato in ballo (come riferimenti possibili) il Levinson di "Sleepers" ma soprattutto il De Niro di "Bronx": non male per un regista esordiente, anzi un non-regista, dato che quando viene intervistato dice spesso che questo film e' stato un "caso" legato al suo libro ma che lui non e' nato per fare il regista...
Dobbiamo dire grazie a lui se questo libro autobiografico e' diventato un film: evidentemente ad Hollywood esistono ancora attori per i quali la curiosita' intellettuale supera gli abituali clichè standard dell'attore narciso. Anche se va ricordato il passato piuttosto "movimentato" di Downey jr, a partire da quando (riportano le cronache) alla eta' di 8 anni gia' fumava marijuana assieme al padre (!!)
Bellissima. Stupenda.
Un mito di Hollywood. Oramai pero' mi ero seriamente abituato a vederlo sempre e solo nei panni o di mafioso o di killer, cmq sempre di un criminale. Qui invece affronta il difficile ruolo di un padre legato a vecchi principi che si scontra in modo traumatico con le esigenze di libertà del figlio.
Quasi irriconoscibile, il tempo passa anche per lei. Eppure e' un buon segno se il cinema trova ancora buoni ruoli anche per bravi attori in eta' piu' che matura, come la West.
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