Regia di Luis Prieto vedi scheda film
E' il seguito di Tre metri sopra il cielo, che pure non era un capolavoro, ma almeno una minima dignità nel proprio contesto ce l'aveva. Qui anche come melodramma adolescenziale, come storia di grandi sentimenti in cui l'amore trionfa su tutto e su tutti, bè, c'è davvero poco: poco di nuovo innanzitutto (e pazienza), ma anche poco di buono. Moccia (figlio di papà, come è noto, ovvero dello sceneggiatore e regista Pipolo) ha oltrepassato da un po' la quarantina - pur dimostrando abbondantemente una decina d'anni in più - eppure si ostina a volerci illustrare il mondo degli adolescenti odierni. Scamarcio è quello che è: ed è lui il protagonista. Come salire su un pullman il cui autista è Ray Charles. Il resto del cast, fatevi pure coraggio, è perfino peggio, con alcune scene madri di puro latrato genuino. Tiziano Ferro imperversa di nuovo sul film (già il nefasto accadimento si verificava nel precedente Tre metri), come un tragico presagio di sciagura (affettiva per i personaggi della storia, umana per gli spettatori).
Un ragazzo torna a Roma dopo aver trascorso due anni negli Usa. Incontra una ragazza e si innamora, ricambiato, ma il ricordo dell'ex ragazza ancora lo tormenta. Lei si ingelosisce, ma tutto finisce nel miglior modo.
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