Regia di Saverio Costanzo vedi scheda film
Saverio Costanzo esordì con un film notevole "Private" che aveva il coraggio di affrontare temi scottanti in una forma originale; questo secondo film ne confermò l'impegno e una buona tenuta a livello stilistico, ma mi sembra comunque un lieve passo indietro. La storia di alcuni novizi e della loro ricerca spirituale in un convento posto nell'isola di San Giorgio Maggiore a Venezia: il film si pone nei territori del cinema contemplativo che ha numerosi adepti nel cinema contemporaneo, visivamente riesce a gestire gli spazi del convento traendone adeguata suggestione, ma a livello narrativo, dopo un buon inizio, perde la capacità di coinvolgere lo spettatore e rischia qualche momento di noia nella seconda parte. Figurativamente di ottimo livello nelle composizioni improntate ad un rigore memore della lezione dei maestri dello Spirito al cinema come Dreyer e Rossellini, ma ermetico e a tratti sfuggente nei contenuti. Fra gli attori Hristo Jivkov ha un volto affascinante e tormentato molto adatto alla parte e Filippo Timi conferma il talento dimostrato in molte altre occasioni, anche se questo è uno dei suoi primi film di rilievo. Tratto da un romanzo di Furio Monicelli (fratello del regista Mario) "Lacrime impure", in cui stando a quello che riferisce il Morandini il tema principale sarebbe l'omosessualità repressa nel convento.
Voto 7/10
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