Regia di Ryan Murphy vedi scheda film
Diretto da R. Murphy (che viene dalla TV, questo è il suo primo lungometraggio) e tratto dall'omonimo romanzo di A.Burroughs. Augusten ha un padre assente ed una madre ossessionata dalla poesia e con problemi di depressione. Il rapporto strano e morboso tra madre e figlio termina quando il giovane viene lasciato a casa dello psichiatra della donna. Lo psichiatra è un uomo eccentrico che viene idolatrato da alcuni pazienti, ma che in realtà è solo disturbato. Augusten è addirittura adottato dal medico, mentre la madre cerca di curarsi. Il ragazzo dovrà adattarsi ad una vita ancora più folle della precedente e cercare il buono che c'è in ogni componente della sua nuova famiglia.
Il film mi è piaciuto. Strampalato, con scene convincenti ed altre meno, ma con una storia ben sviluppata. L'umorismo nero fa da padrone e la pellicola è dotata di illuminazioni quasi fluo e musiche che contrastano con gli stati d'animo dei personaggi. Ciò è perfettamente in linea col progetto.
Murphy ci restituisce l'America delle psicosi, delle ossessioni, dei genitori mancati. Il film, che fa sorridere e restar stupiti ci mette di fronte a realtà esasperate per mostrarci che oltre alle villette, i bei giardini, gli hobbies, gli USA hanno anche del marcio.
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