Regia di Ryan Murphy vedi scheda film
Film molto strano e per certi versi visionario e stravagante. Dopo la prima parte ero quasi tentato di giudicarlo la solita manfrina sui risvolti mentali di personaggi eccentrici, e di cambiare canale, ma poi nella seconda parte ha cominciato a coinvolgermi; complici soprattutto alcuni brani musicali che ho trovato molto idonei (sù tutti quello di Al Stewart che è tra l'altro una delle mie canzoni preferite).
Le storie un po' fuori dal comune non sempre si guadagnano il mio apprezzamento, perchè gli stereotipi sono sempre pronti a saltare fuori da ogni angolo per ridurre il tutto ad una morale globalizzata, che difficilmente trovo rassicurante. Quello che emerge da questa pellicola, invece, è un senso di esclusivismo umano che mi ha regalato una bella sensazione quando sono giunto ai titoli di coda. Specie il legame intrinseco fra Augusten e la moglie di Finch, evidenziato solo in un paio di sequenze, rappresenta l'innato bisogno di alcuni di noi di sfuggire ai canoni e alle convenzioni sociali che ci vorrebbero raggruppati come branchi di lupi a caccia di prede solitarie.
Questo mi è piaciuto nel messaggio che ho appreso da questo film, e fondamentalmente è questo che cerco nelle opere cinematografiche che trattano temi di un certo spessore.
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