Regia di Richard Eyre vedi scheda film
I legami a volta distruggono le emozioni,rendendole morbose e distruttive,annientate da profonde solitudini e rapporti manipolatori.
"Diario di uno scandalo" è la storia di due solitudini che cercano di "riempirsi" a vicenda,come quelle di Sheba e Barbara,l'una giovane professoressa l'altra anziana insegnante prossima alla pensione.
L'incontro tra le due scaturisce un avvicendamento relazionale,in confronti e confidenze scomode che scivolano via via nel torbido.
Sheba sposata e con due figli intrattiene difatti una relazione con un allievo di 15 anni,un rapporto controverso che la rende manipolabile e sopratutto ricattabile.
Un ricatto perpetrato subdolamente ed in modo sottile da parte dell'anziana "amica" Barbara.
Il diario del titolo è quello di Barbara,donna vittima della solitudine,ambigua nella sessualita' e senz'altro repressa da un atteggiamento rigido autoimposto,la donna s'insinua in punta di piedi nella vita di Sheba contando su di una sensibilita' diabolica e pericolosamente illusoria.
L'incontro con Sheba risveglia una passione latente sfogata nelle pagine del diario,un atteggiamento adolescienzale da una donna dipendente "affettiva" ,aggrappata a figure femminili piu' giovani.
Ma tutto è destinato a infrangersi su muri di dolori e vuoti esistenziali,carpibili nella regia "libera" di Eyre,il regista lascia infatti sfogare il talento recitativo delle grandissime Cate Blanchett e sopratutto la psicotica Judi Dench.
Il diario della Dench è uno spazio bianco riempito di "stelle",colmo delle illusioni di una donna rimasta adolescente nevrotica.Una moderna "stalker" impressa nella recitazione mimetica della Dench,superlativa nell'impersonare le ombre dell'animo femminile.La splendida Blanchett si affida invece a un algido fascino,ad una fisicita' da fantastica quarantenne fragile ma terribilmente sexy anche quando indossa un golfino invernale.
Tutto è riposto nelle performance delle attrici,con una regia "sottile" e discreta,d'un ambientazione "british" molto grigia e sposata col cuore torbido della storia.
Una vicenda significativa nella collisione ambigua dei rapporti umani,di nevrosi moderne come manipolazione e ossessione per il controllo.I visi delle protagoniste risaltano cosi' nell'espressivita' e in umori dolorosi scagliati sulle pagine del "diario".
Eyre gira una storia figlia della solitudine contemporanea,riletta nello "specchiarsi" di due donne diverse per eta' e vita sociale,profondamente antitetiche nelle relazioni,ma molto simili nel doloroso vuoto interiore,scaturito da scelte sbagliate e sopratutto dal rigido controllo emozionale.
Ottimo nell'amalgamarsi di tensioni interiori,dosato ottimamente nell'empatia coi personaggi, il film presenta Sheba e Barbara nelle loro fragilita' che suscitano tenerezza alternando sentimenti scomodi e di compassione nel caso della Dench
Una storia pregna di fascino "manipolatorio" destinata a spaccarsi "in due",a rendere pubbliche passioni focose figlie d'una gioventu' rimasta sopita,scoperchiando ombre passate che un bel corpo femminile fa risvegliare.Il personaggio della Dench risulta nel film molto piu' interessante di quello della Blanchett,Sheba è infatti una classica 40enne in crisi col mondo,Barbara è una donna complessa,dalla personalita' maniacale e disturbata,il cui diario è una roccaforte "psicoanalitica" d'un corpo anziano che "desidera" ardentemente una gioventu' che gli è sfuggita.
Il "Diario" si ridurra' ad un tumulto d'inquietudini e "sogni" destinati a distruggersi,perchè non esiste nulla di piu' finto che un rapporto nato da un incontro "casuale" sfociato in pura illusione nevrotica e culminato in torbida vendetta........
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