Regia di Ferzan Özpetek vedi scheda film
Un gruppo di amici, della cui precedente esistenza poco sappiamo, vivono con intensità il loro rapporto, personale (alcuni di loro sono in coppia) e collettivo. Quando uno di essi finisce in coma per un'emorragia cerebrale, gli altri trascorrono i giorni accanto al suo capezzale, dandosi il cambio, nell'attesa di un'improbabile guarigione.
Sarà però l'occasione per affrontare questioni e sentimenti lasciati in sospeso, fino alle estreme conseguenze...
Con qualche reminiscenza de "Il grande freddo", Ozpetek mette insieme una serie di personaggi visibilmente molto diversi fra loro (un po' come accade nella vita vera), uniti da una solida amicizia principalmente legata al personaggio di Davide (Favino), lo scrittore omosessuale di successo.
Solo che la frammentarietà del racconto e la (voluta?) reticenza sul passato non aiuta a inquadrare psicologicamente i personaggi stessi. Difficile capire come mai Accorsi sia sposato con la Buy (troppo vecchia per lui), ed abbia come amante una donna ancora più vecchia (Isabella Ferrari) o cosa ci sia in comune fra la donna turca (Serra Yilmaz) e il vigile urbano suo marito (Filippo Timi). E mentre il personaggio di Ambra Angiolini (una tossicodipendente che "si fa di tutto") fa pensare a tutto tranne che alle condizioni della tossico-dipendenza, alla fine quello che appare molto più verosimile è la descrizione con la consueta attenzione e delicatezza del mondo gay oltre che il racconto sul dolore della perdita della persona amata.
Per il resto intorno al dramma, pur intenso, c'è solo un circondario di micro-storie autonome in cui non c'è evoluzione, e i conflitti sono solo accennati. Paradossalmente la micro-storia più interessante è sembrata essere quella dei figli della coppia Buy-Accorsi, una adolescente con stimmate anoressiche e un fratellino ipernutrito, ma a cui lo spettatore riesce a dare solo una sbirciatina senza riuscire a penetrarla veramente.
Insomma a me è sembrato un film piuttosto piatto.
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