Regia di Ferzan Özpetek vedi scheda film
Il desideroso occhio cinefilo, si perde tra le sequenze intime di un regista dal tratto deciso e delicato, capace di emozionare sprofondando nell'intimo di chiunque guarda riuscendo a sentire ciò che vuole espressamente trasmettere. Nella sua opera più riuscita, Özpetek parla della morte, non come evento ma come mutazione sentimentale. La lascia dietro una porta d'ospedale e la mostra solo quando la mutazione viene completata, affida tutto nelle mani sapienti di un cast eccellente che si lascia dirigere con la maestria di cui solo lui è capace. Da Argento e Favino che fanno a gara a chi è più bravo, alla Angiolini e a Fantastichini, attori di contorno ma efficaci. Un cast corale, caratteristica distintiva delle pellicole del regista turco, che rende tutto più caldo e avvolgente, che ci fa sentire partecipi di quel dolore e di quello smarrimento, perché quando Ferzan ci mette il cuore si vede e finisci per sentirlo talmente battere che ci cade dentro anche il tuo. Colori caldi, musiche che trasportano e sentimenti che si amplificano, perché con Özpetek, ogni film, è sempre un tripudio di emozioni.
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