Regia di Ferzan Özpetek vedi scheda film
Ci sono nove amici, le cui vite si sono intrecciate in momenti diversi, prima il nucleo storico, poi i nuovi arrivati, entrati piano piano a far parte del gruppo. I nove amici sono borghesi, più che benestanti, tutto sommato appagati dal loro lavoro (uno scrittore, una psicologa, un funzionario di banca, una traduttrice?) e dalla loro sessualità, qualunque essa sia. A differenza della ?famiglia? di Le fate ignoranti, questa non vive in un mondo a parte, fiera della propria differenza, ma sulle differenze che ha incorporato, una coppia bisessuale con bambini (Buy-Accorsi), una single un po? sballata (Ambra), una coppia ?etnica? (Yilmaz-Timi), un gay più anziano che vive di rendita (Fantastichini), un giovanotto appena arrivato (Tommaso), una coppia omosessuale intorno al cui equilibrio ruotano tutti gli altri (Favino-Argentero). Saturno contro comincia così, con il piano fisso della schiena di due uomini che stanno lavorando davanti al bancone della cucina per preparare la cena: un rito amico, un piacere nel gusto e nel tatto, una consuetudine che rassicura. Arrivano alla spicciolata, si siedono intorno al grande tavolo di cucina, si nascondono in bagno a fumare, battibeccano, si prendono in giro, si irrigidiscono, si rilassano. «Voglio che tutto rimanga come adesso. Per sempre. Anche se so che per sempre non esiste», dice la voce off di Lorenzo, che ci accompagna (con attenta parsimonia) per tutta la prima parte del film e nel finale. Ma, appunto, ?per sempre? non esiste, la vita va per la sua strada e qualcuno o qualcosa, incidenti, nuovi amori, attrazioni, delusioni, si intromette a incrinare un equilibrio all?apparenza ideale. Capita di avere Saturno contro, a tratti o, più spesso, a lungo (è un pianeta lento). E anche le amicizie e i rapporti più solidi hanno bisogno talvolta di essere ?oliati?. Le screpolature sono percettibili fin dall?inizio: una sovreccitazione che maschera una solitudine incurabile, un?assenza immotivata, silenzi, frecciate, un?armonia che suona un po? meccanica. Una coppia va in crisi, un?altra viene colpita dal destino, segnali rosso acceso invadono la scena (un accappatoio, una camicia, un trionfo di rose, un pesciolino dentro una palla di vetro), il mélo è alle porte. Ferzan Özpetek fonde con grande sicurezza i sorrisi della commedia (quella amara della separazione, dell?infantilismo maschile e della nevrosi femminile, della solitudine colmata con ?droghe? che vanno dalla cocaina all?uncinetto) e i magoni del melodramma, delle disgrazie improvvise che strappano il cuore, del senso di perdita che strazia, del buco nero diverso che si spalanca davanti a ognuno. Un ritrarsi dell?anima, che ci impedisce di oltrepassare un angolo e guardare in faccia il vuoto. Ci sono scene bellissime e silenziosissime in Saturno contro, attese sulla panca di un ospedale, passi verso una camera mortuaria, attrazione trepidante per un abisso; ci sono scene di passione irrefrenabile (la breve passeggiata degli amanti, la porta che si chiude su un bacio, il carrello all?indietro); e soprattutto c?è l?acume discreto con cui ogni personaggio svela se stesso, la tenerezza quotidiana di rapporti nei quali riconoscersi e ritrovarsi, nonostante tutti i nostri difetti e tutti i ?casi? della vita.
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