Regia di Ferzan Özpetek vedi scheda film
Rispolverando ambientazione e personaggi affini a quelli de "Le fate ignoranti", Özpetek non riesce a ripeterne i buoni risultati. Il film parte male, confuso, sconclusionato e dilaniato da dialoghi insostenibili; poi nella seconda parte cambia registro e sembra diventare più lineare, ma la linearità presto degenera in piattume: così il film si ingolfa e non decolla mai, anzi si siede, finendo progressivamente schiacciato da una sceneggiatura povera di fatti che vorrebbe concentrarsi sui sentimenti e le reazioni dei singoli personaggi, ma lo fa flirtando pericolosamente con la retorica e scadendo troppo spesso nel patetismo. Qualche scena bella c'è (la confessione di Accorsi, la scena nel cortile con la donna straniera che piange al telefono) ma non può che perdersi nella pochezza generale.
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