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Saturno contro

Regia di Ferzan Özpetek vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Saturno contro

di zombi
8 stelle

pur sapendo che per sempre non è possibile, dopo la parentesi cuore sacro, son contento che ferzan sia tornato al suo cinema. a me il cinema di ozpetek piace. lontano dall'essere il film della mia vita o anche della stagione, ozpetek è quel qualcosa che ti piace ritrovare al cinema. la prima parte è bella. scorre via liscia senza intoppi oserei dire perfetta fino al malore di lorenzo. poi qualcosa zoppica, ci sono dei graffi sull'ellepì e senti steccare anche i musicisti. gli screzi tra i vari amici sanno di provato e riprovato e il risultato è un pò fasullo. quella parte sembra un pò tirata via e nemmeno lo sfogo di favino finale coinvolge e commuove, però mi è piaciuto lo stesso. si vede che ozpetek crede in quello che racconta e soprattutto ama i suoi personaggi e ancora di più i suoi attori, i suoi interni ed esterni. la partita di ping pong che riporta i personaggi sui binari ci vuole, dev'essere così perchè fa bene anche a chi guarda vedere che è andata così. la camera che gira intorno al tavolo da tennis da tavola mentre i nostri "amici" giocano fino a mostrarcelo vuoto e sporco. la vita continua non importa quello che succeda e qualcosa si è rotto. i personaggi lo sanno e noi pure. non è detto che tutto riprenda come prima per sempre, perchè il per sempre non esiste, ma è bello pensarlo. è molto triste e non fa bene pensarci, in fondo, forse. gli attori diretti al meglio. ci fanno un figurone i novelli ambra angiolini e luca argentero. filippo timi mi piacerebbe vederlo più spesso. serra yilmaz è brava e simpatica ma è sempre serra yilmaz. bella parte di contorno per isabella ferrari e soprattutto bel personaggio che ferzan dimostra di amare allo stesso modo degli altri. c'è sempre questa attenzione nei confronti degli o delle amanti, sin dal folgorante monologo della strepitosa erika blanc in fate ignoranti. non sono più mostri tentacolari affamati di carne umana. sono persone che si desidera vedere e conoscere. ai quali dare un volto, umanizzarli, conoscerli e inglobarli in quella famiglia allargata che ferzan auspica in un futuro. misurato, forse fin troppo favino, che finalmente esce dall'anonimato dei visi senza nome, grande come sempre milena vukotic figura quasi mitica con la sua scurrilità che esce dopo le tre e la boccetta di liquore da offrire eventualmente a qualche anima in vena di confidenze. lunetta savino impegnata in un duetto con fantastichini veramente azzeccato. accorsi e la buy invece sono direi a regime. ma l'amore che il regista nutre per loro è quasi tengibile. ogni occasione è buona per invaderli e accarezzarli con lo sguardo della lente. avvicinarsi per abbracciarli e stringerseli addosso, baciarli con l'amore di personaggi tormentati dai quali traspaiano emozioni, piccoli movimenti di palpebre o tic dell'angolo della bocca per permettere loro di dare una buona interpretazione. e per finire grazie ferzan per i nudi quasi plastici di argentero, accorsi e timi. tre gnugni che non fa schifo vedere svestiti.

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