Regia di Nico Cirasola vedi scheda film
Gli dei dell’Olimpo tornano sulla Terra una volta ogni cento anni. Questa volta scendono in Puglia, cioè nell’antica Magna Grecia, e come sempre si incarnano in comuni mortali… un po’ strampalati.
Sgangherato, simil-intellettualoide ma in una maniera scanzonata, sempre autoironica e sbilenca, Da do da è la giusta opera seconda dell’autore di Odore di pioggia (1989), ovverosia Nico Cirasola. A cinque anni dalla sua prima regia (non a caso ‘battezzata’ dalla presenza nel cast di Renzo Arbore, altro cineasta irregolare e originale), il Nostro torna con un’altra pellicola sostanzialmente ‘fatta in casa’, a budget evidentemente ridottissimo, ma colma di idee, di spunti e di fantasia; non che Da do da sia un capolavoro – anzi, i limiti dell’operazione sono fin troppo chiari fin dal primo fotogramma – ma di sicuro è un film onesto e confezionato con piacere, con divertimento (e questo a prescindere dal divertimento dello spettatore, sia chiaro). Per la sceneggiatura Cirasola – autore del soggetto – lavora in terzetto con Elia Canestrari e Lucia Diroma, e con la collaborazione di Donato Castellaneta, Vittorino Curci, Sandro Milella e Vito Riviello, che compaiono anche nel cast artistico; tra gli altri attori troviamo poi Totò Onnis, Gilla Novak, Max Delgado, Alfonso Stani, Mara Baldasseroni e Frank Lino. La storia è perennemente sopra le righe e i riferimenti culturali alternano l’alto e il basso, proprio come la Statua della libertà a tett(on)e spianate che compare nella pellicola; la successiva regia di Cirasola sarà Albània blues (2000). 3,5/10.
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