Regia di Marino Girolami vedi scheda film
Assegno tre stelle ad un brutto film. Unica attenuante: avevo 12 anni!
Quella che segue non è propriamente una recensione. E’ un’opinione, come venivano definiti i testi degli utenti fino ad alcuni anni fa, ma soprattutto è un ricordo personale. Chi di noi non ha nella memoria un film a dir poco mediocre che, complice (o causa) un’età tra i nove e i tredici anni ha dichiarato “cult-movie”, per poi scoprire in età adulta che quel film era la classica “boiata pazzesca”. A me è accaduto con questa risibile ricostruzione di alcuni eventi dell’Iliade di Omero. Il caso vuole, però, che nel 1963, anno in cui lo vidi in una sala di seconda o terza visione, frequentassi la seconda media, classe nel cui programma era incluso l’insegnamento, certo molto sintetico e schematico, del poema omerico. Per un ragazzino di dodici anni un conto è identificare gli eroi della guerra di Troia con figure in nero e arancione, stilizzate e generalemente di profilo, su illustrazioni del testo scolastico, altro è attribuire ai personaggi volti di attori visti al cinema. Grazie a questo trascurabilissimo film, tutto mi entrò in testa in maniera indelebile. In terza media, si passava all’Odissea. Sì, mi piacque - per carità! - , ma mi mancarono i riferimenti che un film, per quanto fiacco, mi aveva offerto.
Le mie tre stelle sono una consapevole esagerazione. Due sarebbero più giuste. Una per la ricca e scintillante scenografia, l’altra per alcune scene d’azione, settore nel quale la “Hollywood sul Tevere” ci sapeva fare. Recitazione e dialoghi sono deprimenti. La già troppo pomposa traduzione di Vincenzo Monti sprofonda miserevolmente nel kitsch. Insopportabile!
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