Regia di Anthony Minghella vedi scheda film
In un film di Minghella, giustamente o ingiustamente, c'è sempre un'aria critica di sospetto, per come realizzava, e sceglieva certe storie . Qui il mixer dei sentimenti e della storia è a dir poco sul filo del rasoio, rinforzato anche dalla scelta degli attori in particolar modo da quello della Binoche nella storia di una bosniaca scampata al terrore in compagnia del figlio. E pur sul temibile filo dei rasoi, Minghella trova l'equilibrio giusto ed azzardando, e senza affondare troppo, come di solito faceva, le unghie sul facile melò. I sentimenti volano leggeri, ma carichi di emozioni, ma il senso della misura sia in fase di sceneggiatura che di regia, riesce a salvare tutta l'operazione, scommettendo alla grande sulla prestazione davvero eccellente di Law. Un discorso autoriale, che certamente commercialmente non ha dato i frutti sperati, e anche se alle volte si appiccica a situazioni poco sincronizzate, non si può dire, che non colpisce al cuore dello spettatore che si accosta a vederlo, anche per la ricerca e sostenibilità della verità che porta sempre ad una chiarezza necessaria nei rapporti sentimentali.
Unr acconto complesso, ma emozionante
Una scommesa di regia ben riuscita, alla baba dei critici che non lo hanno sostenuto
Molto bravo, una delle sue prove migliori
A dire forzata è dire poco, e io l'ho sentita doppiata in italiano, mi immagino in inglese cosa sia successo e con quale accento lo abbai fatto.Con tutto questo no nego che è un'attrice che a me piace, ma qui pochino.
Anche lei la svedese doc, ma molto più credibile
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