Regia di Luciano Emmer vedi scheda film
"Le flam del paradis" è un luminoso bozzetto agreste, impreziosito, oltre che dalle suggestioni paesaggistiche e dal colore paesano, dalla teatrale spontaneità dell'espressione dialettale. La montagna di Luciano Emmer non ha la muta asprezza di quella ritratta da Ermanno Olmi; in questo film non c'è la roccia fredda e grigia de "Il tempo si è fermato": c'è, invece, la natura, verde e generosa, di un luogo incantato, capace di sussurrare formule magiche all'orecchio di pochi iniziati. La superstizione popolare è, però, la faccia in ombra del mistero inviolato; esattamente come l'ignoranza è il rovescio del candore. Quest'opera, senza mai uscire dal registro del racconto leggendario, delinea con brillante concisione i meccanismi sociologici della diceria e della ricerca del capro espiatorio: la "caccia alla streghe" è lo sfogo di un delirio corale e primitivo, di cui l'apparato giudiziario seicentesco è solo il freddo e burocratico amministratore.
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