Regia di Chan-wook Park vedi scheda film
Leggermente inferiore a quel capolavoro intitolato Old Boy (e sicuramente meno "di genere"), il film soffre un pò, nella prima parte, di una disomogeneità generata dalla costruzione per flashback, che ci introduce alla storia di Geum-ja e della sua ingiusta carcerazione a piccoli passi, come fosse un puzzle. La scelta di questa tecnica da parte del regista tende volutamente a confondere e depistare lo spettatore mantenendone però sempre vivo l'interesse. Poi, esauriti i vari "racconti", c'è il cambio di passo, il film sterza, diventa più lineare, e inizia a volare sempre più in alto: la vendetta orchestrata dalla protagonista si mostra pian piano in tutto il suo sadismo, e, per quanto tremenda, appare necessaria. Il risultato finale è un viaggio violentissimo tra i più bassi istinti dell'uomo dal quale si esce stranamente soddisfatti. Forse perché raramente la violenza è stata cosi poetica.
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