Regia di Massimo Venier vedi scheda film
Tutti i comici sognano il cinema. Non fanno eccezione Ale & Franz, tra i pochi della Generazione Zelig ad avere spessore teatrale, un respiro attoriale da palcoscenico vero, dei tempi e dei ritmi che si rimpallano con intelligenza e senza volgarità, rimanendo ben lontani dalla battuta televisiva di un secondo. Il problema, però, è che il cinema (o ciò che ne è rimasto) è altra cosa rispetto alle pur geniali ?panchine?. Un film per il grande schermo deve saper osare, anticipare, veleggiare sulle ali del surrealismo, spiazzare, confondere. E, non, come accade quasi sempre in questo tipo di operazioni, sottolineare il già visto detto e saputo, ripiegare su modelli prestampati, scrivere copioni in maniera goliardica e non strutturale. Prendiamo, per esempio, la scena in cui Ale & Franz, di notte, ubriachi, riecheggiano i deliranti tormentoni delle pubblicità che da anni affollano le Tv locali: se il tono, la verve, l?impatto, la costruzione del resto del film fossero stati all?altezza di questa sequenza, allora staremmo qui a parlare d?altro. Purtroppo non basta inserire temi d?attualità (il disagio nel mondo del lavoro contemporaneo, l?impossibilità di essere normali in un rapporto di coppia) per volare alto. E gli autori dei comici d?oggi sappiano una volta per tutte che una sceneggiatura cinematografica non è un assemblaggio di sketch.
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