Espandi menu
cerca
Alpha Dog

Regia di Nick Cassavetes vedi scheda film

Recensioni

L'autore

scapigliato

scapigliato

Iscritto dall'8 dicembre 2002 Vai al suo profilo
  • Seguaci -
  • Post -
  • Recensioni -
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Alpha Dog

di scapigliato
8 stelle

La tristezza di un fatto di cronaca, oggi ormai celebre, è riportata tale e quale sulla pellicola impressionata da Nick Cassavetes, di cotanto padre. L’alpha dog del titolo è il capobranco delle gang losangeline, ed è impressionante come quel nano a cui voglio tanto bene, Emile Hirsch, riesca ad essere un gigante e a divorarsi come un leone famelico tutto l’intero e vario cast. Da Justin Timberlake, il personaggio che siamo lì per lì per amare ma che poi ci delude (oltre l’attore che non è proprio tale), a Shawn Hatosy, lo “slave” del gruppo, sadomasochista e altro, fanatico di chi lo umilia e di chi lo maltratta, fino al Bruce Willis e alla Sharon Stone ispirati che hanno infarcito di sè il film. Ma Emile Hirsh resta lo spiazzante interprete di una No-Generation incredibile, quella Mid che comprende i nati dalla fine dei ’70 alla metà degli ’80, e che nulla chiedono al gossip e nulla allo star system: sono solo volti, segni, corpi, oggetti. E qui, l’oggettistica si spreca. “Alpha Dog”, ovvero il “cinema fisicato” alla “Fight Club”, prende la strada del docudrama, forse il cognome è troppo ingombrante, ma alla fine il prodotto “altro” di Cassavetes Jr. è freddo e staccato e non preme il dito sul lato dolente della storia: l’uomo. Come dice bene Gervasini “manca quel briciolo di epica capace di trasformare i personaggi in figure tragiche, memorabili”. La via è quella giusta, ma il risultato finale non è quello atteso. Anche per una serie di difetti evidenti. Dapprima l’esagerata recitazione di mezzo cast. Se Emile Hirsh è grande nella sua sobrietà, sia Timberlake che Hatosy e soprattutto Foster, sono esagerati e patetici. Se la cava meglio il giovane ragazzino rapito, poi vittima inutile di un gioco noioso, col volto di Anton Yelchin, che come è lui stesso spiazzato dagli eventi ci spiazza anche a noi, ulteriormente. Un applauso alla scelta del variegato cast, dove tra tutti c’è un amorevole Harry Dean Stanton che ruba il fiato (maledetto Sam Peckinpah!!), e poi la bellissima Amanda Seyfried, ma la direzione resta impiastrata da lontano. Non è male questo approccio, ma si poteva fare diversamente. Cmunque, giusto per chi non lo conosce Harry Dean Stanton ha attraversato tutto il più bel cinema americano da’ 60 ad oggi.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati