Regia di Pupi Avati vedi scheda film
Forse dovrei ricorrere ad una seduta psicoanalitica per trovare le radici profonde della mia avversione al Cinema di Pupi Avati. Io e il suo cinema non ci capiamo. Prendiamo questo suo ultimo lavoro. Lo trovo fasullo ed artefatto in ogni suo aspetto. In questo suo sgradevole ibrido (caratteristica che io percepisco in ogni sua opera) fra aspirazione a qualcosa di sofisticato (si noti quel pianoforte jazzy in sottofondo) ed evidenti elementi da "cinema di genere" (le facce avatiane di contorno spesso hanno questa provenienza e/o questa impronta da cinema anni 70, vedi qui Fabio Ferrari e alcuni caratteristi anziani).
E l'attrice che dice "ciao, nè!!"...che dire? meglio NON dire.
E la Neri che in certe recensioni viene incensata come protagonista di una eccezionale performance, a me sembra solo (chiedo scusa per la pessima volgare espressione ma e' la sola che mi balza in mente ora) una "figa nevrotica" che impersona (ovviamente bene) un'altra "figa nevrotica". Ma poi, anche la Incontrada e la "Placidina" (nessun dubbio sulle loro indiscusse ed evidenti doti estetiche, ma mi hanno sempre fatto venire il mal di pancia al cinema). La sola che si salva e' la stupenda Ines Sastre (la piu' bella e la sola dotata di classe fra le donne del film). La grossa pecca di Pupi Avati e' quella di non essere riuscito a costruire tre personaggi femminili VERI, incisivi, palpabili, ma solo tre macchiette convenzionali (per tacere poi dei personaggi minori, ancora peggio, abbozzati malamente). Abatantuono, la star: so di essere in netta minoranza ma lo amo molto poco come attore, trovato sempre troppo monolitico, troppo poco malleabile, con quel corpaccione e quell'accento strascicato, la gamma attoriale per lui e' piuttosto circoscritta.
Non una delusione, dunque: gia' sapevo a cosa andavo incontro.
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