Regia di Steven Soderbergh vedi scheda film
Perché perseguire un “semplice” omaggio al cinema che fù con tanta cattiveria, per di più senza un valido motivo?! perché?! Non è più mia abitudine fare l’avvocato del diavolo, ma non riesco a capire il perché di questo accanimento. Vabbò, a ognuno il suo, A me “Intrigo a Berlino” è sembrato un piccolo gioiello; certo, non un capolavoro, e neppure un film necessario, anzi, è il solito filmetto “passatempo” progettato a tavolino dai divi di Hollywood nel tempo libero. Però dà qualcosa, comunica qualcosa. ha uno svolgimento interessante, una storia accattivante che incrocia spy-movie, dramma e noir classico. Dei buoni attori, una regia “filologica” che “ricostruisce” lo stile degli anni ’50… insomma, è intrattenimento abbastanza originale, molto meglio di altre stupidaggini che il cinema propina di questi tempi. Il must sono le tecniche di ripresa anni ’50, le movenze degli attori, la colonna sonora, unite con la violenza e il realismo del noir moderno. Voto: 71/2.
Riprende stereotipi e modelli del classico spy-movie, con una buona dose di suspance e di atmosfera noir. A me ha coinvolto.
Bellissima e molto brava, espressiva e perfettamente in parte.
Parte ambigua e carica di misteri, molto insolita; per un attore, le grandi parti sono queste: basta con Peter Parker!
La faccia da gran figlio di *** che si ritrova, nella parte di un classico “indagatore della verità” idealista e coraggioso: cult.
Per me è molto interessante questo scavo filologico e questa ricostruzione del noir dell’immediato dopoguerra: divertente, citazionista, affascinante.
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