1945: il giornalista americano Jake Geismar viene inviato a Berlino per seguire la conferenza di Potsdam; in realtà si reca in Germania per cercare la donna amata, di cui non ha più notizie dall'inizio del conflitto. Una volta arrivato, viene però coinvolto in un'indagine per omicidio in cui sono indagati la sua ex amante Lena Brandt e il suo autista...
Note
Tutto è girato con tecnologie e tecniche degli anni '40 (bianco e nero, focali fisse, luci artificiali, giraffe, formato 1.66:1) ma - come si suol dire - "cui prodest"? _Intrigo a Berlino_ è appassionante quanto una scarpa morta, e il piacere del gioco estetico finisce dove parte la penuria dell'idea.
film pretenzioso con un intreccio non entusiasmante che fa leva su una grande tragedia come fosse una base di sicuro successo; accattivanti, le musiche, in stile Silvestrov.
un film da dimenticare: esperimento sterile e incomprensibile per Soderbergh; passo falso per Clooney; occasione sprecata per la comunque brava Blanchett.
Un film a cavallo tra spionaggio e dramma. Un giornalista e ufficiale americano giunge a Berlino alcune settimane dopo la fine del secondo conflitto mondiale in Europa, per avere notizie della donna di cui era innamorato, conosciuta nella stessa località in tempo di pace e di cui non aveva notizie da anni; ella - non proprio casualmente - è diventata la donna del suo autista, il… leggi tutto
Perché perseguire un “semplice” omaggio al cinema che fù con tanta cattiveria, per di più senza un valido motivo?! perché?! Non è più mia abitudine fare l’avvocato del diavolo, ma non riesco a capire il perché di questo accanimento. Vabbò, a ognuno il suo, A me “Intrigo a Berlino” è sembrato un piccolo gioiello; certo, non un capolavoro, e neppure un film necessario, anzi, è… leggi tutto
Nonostante il bianco e nero studiato ad hoc, fallisce su tutti i fronti il tentativo di riprodurre l’atmosfera del cinema anni ’40. L’effetto è quello di un fotomontaggio poco raffinato, per di più congelato in un distacco spigoloso e innaturale. La sceneggiatura ha il sapore indigesto di una superficiale imitazione, che non riesce nemmeno a coprirsi di quel… leggi tutto
Un film a cavallo tra spionaggio e dramma. Un giornalista e ufficiale americano giunge a Berlino alcune settimane dopo la fine del secondo conflitto mondiale in Europa, per avere notizie della donna di cui era innamorato, conosciuta nella stessa località in tempo di pace e di cui non aveva notizie da anni; ella - non proprio casualmente - è diventata la donna del suo autista, il…
A seguire le recensioni su questo film pare proprio sia esploso il dibattito sulla necessità o meno di aver girato un semplice “omaggio” al cinema di una volta da parte di Steven Soderbergh, come fosse un peccato imperdonabile. A prescindere dal fatto che non lo ritengo davvero un errore, ritengo che un omaggio di questo tipo è pur sempre un tributo e un segno di…
“La guerra era la cosa migliore che mi fosse mai capitata”; a volte la cecità fa male.
Tema arduo: la tratta delle menti (scienziati); gli sguardi celano storie e violenze tipiche della guerra.
“Io non avevo più lacrime”
Ritmo perfetto.
Nonostante il bianco e nero studiato ad hoc, fallisce su tutti i fronti il tentativo di riprodurre l’atmosfera del cinema anni ’40. L’effetto è quello di un fotomontaggio poco raffinato, per di più congelato in un distacco spigoloso e innaturale. La sceneggiatura ha il sapore indigesto di una superficiale imitazione, che non riesce nemmeno a coprirsi di quel…
ah ecco,pensavo di essere l'unico a scrivere non bene di questo film. Chiarisco subito che l'idea e specialmente il tipo di colore in b/n in stile vecchia Hollywood e il tipo di ambientazione bellica sono egregi nel suo contesto ma,la visione e' alquanto soporifera anche forse x il troppo velato romanticismo fra gli attori che devono fare la loro buona parte nell'opera. Il tutto pero' mi e'…
Ha i colori di casablanca. Ha i tratti di casablanca. Ha le movenze di casablanca. E nulla più. Soderbergh a me piace abbastanza. Anche se è spesso criticato fa bei film. Ma Clooney non mi piace tanto. Forse per causa sua questo film mi ha quasi addormentato. Ed il bianco e nero è diventato via via sempre più nero. Voto 5+. Poco giudicabile.
"Intrigo a Berlino" diretto nel 2006 da Steven Soderbergh,
devo dire che non mi è dispiaciuto,però anche perplesso.
La storia si svolge a Berlino nel 1945 nel finire
del secondo conflitto mondiale,e racconta
del giornalista Americano Jake Geismar che è inviato
per seguire la conferenza di Potsdam;ma c'è un secondo
fine e di cercare la donna che ha amato,
di cui non ha più notizie…
Un omaggio non molto partecipato e convinto, perché non riesce neppure a mantenere la sua integrità e restare sui binari di un certo cinema d’epoca, ma cerca d’imbastardirsi con contenuti più espliciti per accontentare un pubblico che in definitiva non esiste. Passate oltre.
VOTO : 6-.
Melò in bianco e nero ambientato nella Berlino subito dopo la seconda Guerra mondiale.
Sicuramente l'uso del bianco e nero da un tocco di classe e classicismo alla pellicola che però nel complesso raramente emoziona e raggiunge momenti di pathos degni di menzione.
Insomma elegante, ma un pò rigida come rappresentazione.
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Commenti (7) vedi tutti
film pretenzioso con un intreccio non entusiasmante che fa leva su una grande tragedia come fosse una base di sicuro successo; accattivanti, le musiche, in stile Silvestrov.
commento di albycompun film da dimenticare: esperimento sterile e incomprensibile per Soderbergh; passo falso per Clooney; occasione sprecata per la comunque brava Blanchett.
commento di Nataliemah deboluccio, a tratti ricorda Wilder e i vecchi classici ma troppe pause.
commento di sir4,5/10
commento di alex77Un buon noir, cattivo e fumoso, volutamente girato in uno sporco bianco/nero tipico degli anni '40.
commento di ultrapaznon è affatto un brutto film,ma purtroppo non dice nulla di nuovo,soderberg e clooney sprecano una possibilità d'oro
commento di babelCOMPLIMENTI VIVISSIMI AL TITOLISTA ITALIANO: UN IMBECILLE PATENTATO!
commento di johnpjgozz