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Spider-Man 3

Regia di Sam Raimi vedi scheda film

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La recensione su Spider-Man 3

di ROTOTOM
6 stelle

Il film più costoso della storia del cinema, dicono. Un superbudget con superproblemi. I problemi di Spider-Man 3 sono essenzialmente legati alla giustificazione di un budget così alto, qualsiasi cifra essa sia, così da sacrificare tutto il sacrificabile in quanto a progressione drammatica e sviluppo della storia ponendo l’accento soprattutto sui nemici, tre in questo sequel, che si formano combattono e vengono sconfitti nel giro di due ore di frenetica avventura. Nell’affollato film di Raimi infatti nulla si trova della tragica profondità Shakespeariana di Doc. Octopus, o dell’eccitante e un po’ inaspettata scoperta dei poteri e dell’esplorazione del nuovo corpo, che richiamano il passaggio alla pubertà da parte dell’adolescente Peter Parker con tanto di cum-shot incontrollato, polluzione che fuoriesce dai polsi sotto forma di ragnatela, cardine del primo episodio. In questo terzo episodio tutto l’impianto risulta plausibile solo in funzione di una pronta e soddisfacente sommatoria nella colonnina dei ricavi degli incassi cinematografici quindi storia molto semplice, snodi narrativi che fungono solo da cardine al successivo cambio di scena, di nemico e di combattimento. Solo accennati il tema del lato oscuro della forza, del potere che cambia le persone e le rende più attraenti, cosa che curiosamente ricalca uno spettacolo in giro per l’Italia in questo momento con Valerio Mastrandrea: Migliore, il titolo, storia di un uomo che diventa cattivo e da quel momento viene rispettato e amato da tutti. Peter Parker assaggia il lato oscuro del proprio potere, piovutogli dal cielo su un meteorite alieno e diventa più “fico”, meno imbranato, cinico e vendicativo. E grottesco. Il dualismo latente e sottilmente insinuato nei precedenti episodi qui prende definitivamente corpo, connotando anche cromaticamente l’operazione secondo il vecchio adagio western: cappello bianco = buono. Cappello nero = cattivo. L’Uomo Ragno Nero è meno umano ma giustificato da una minaccia aliena. L’Uomo Sabbia è un criminale per causa di forza maggiore e si autoassolve inneggiando alla mala sorte. New Goblin è amico di Peter ma nemico di Spedey giustificato dalla morte del padre. Mary Jane tradisce poiché tradita. Spider – man tradisce perché in quel momento è Spidey , non Parker. Ogni personaggio ha una parte oscura che aspetta di essere mostrata una sorta di identità segreta da combattere, ognuno con una giustificazione plausibile che ne autorizzi il perdono. Tutto molto bello, peccato però che il tema non affondi, non scavi, non abbia reali conseguenze su nessuno e neppure era intenzionato ad averne il buon Raimi impegnato nel riempire le scene (ottime) di acrobatico confronto metropolitano con intermezzi di sbrigativa interazione tra i personaggi, semplici tradimenti tra fidanzati, semplici screzi tra amici, semplici caratterizzazioni fruibili da una massa chiamata ad assistere, mordere, masticare e digerire un film pensato per il merchandising post produttivo, per la pubblicazione in doppio dvd ricco di scene tagliate, per l’iconografia pop del ragno più famoso tra gli uomini da stampare su magliette, barrette al cioccolato e diari scolastici. Tre nemici sono meglio di uno quando si tratta di venderne i pupazzetti, pazienza se poi il film risulta sovraffollato da iniezioni di personaggi-cameo (Bryce Dallas Howard nei panni di Gwen Stacy ad esempio) pazienza se viene triturato dalla macchina produttiva il nemico classico Uomo Sabbia, spennellato di una- mano- una di biografia affrettata affidata al pur bravo Thomas Haden Church e una nostalgica, intensa Theresa Russell. Pazienza se l’arci nemico più intrigante e moderno, nemesi oscura del potere del ragno, Venom, viene sacrificato sommariamente come ennesima tacca sulla ragno-cintura del nostro arrampicamuri e pazienza se l’annosa questione della vendetta di New Goblin perda improvvisamente forza di fronte ad una fugace quanto tardiva rivelazione riparatrice. Pazienza, non c’è mistero, non c’è reale minaccia, non c’è una particolare cura nella gestione dei personaggi, non c’è soprattutto la sigla storica di Spiderman che ha di fatto inciso nell’immaginario collettivo la simbiosi personaggio-musica rendendoli binomio inscindibile e forse questa è la prova del reale distacco dallo spirito dei primi due film che si rifacevano direttamente al fumetto seguendone il più fedelmente possibile le caratteristiche. Da un grande potere derivano grandi responsabilità, recita Zio Ben al piccolo Parker, lezione che Sam RAimi ha imparato a dovere avendo il potere di dare vita sullo schermo al supereroe più famoso di tutti i tempi con la responsabilità di fare quadrare i supereroici costi. Se il secondo episodio (decisamente il migliore del trittico) non convinse pienamente dal punto di vista economico poiché interpretato dal superficiale pubblico americano come “troppo introspettivo e profondo”, questo non lascia dubbi sulla natura dell’operazione, incassando molto, (il film è uscito in anticipo rispetto agli Stati Uniti, scelta di Marketing per giocare sulle cifre incassate nel vecchio continente e spingere il film in quello nuovo. Un’inversione di tendenza? Chi di millantati guadagni ferisce di millantati guadagni perisce..) deludendo un po’, divertendo comunque con la massiccia dose di ironia e voglia di cinema scanzonato e puramente visivo tipico delle produzioni di Raimi. L’ironia è infatti la caratteristica che sorregge di fatto il film, il divertente cameo di Bruce Campbell (icona Raimiana) in una scena alla John Cleese dei Monty Phyton è un regalo inaspettato. Tobey Maguire ballerino sexy è grottesco quanto il suo ciuffo unto da “fico” de noantri e volutamente ridicolo nelle movenze alla Tony Manero. Il film possiede quell’aura scanzonata e disimpegnata che aveva L’armata delle Tenebre e per questo, si ride, ci si diverte e si gode nel vedere il piccolo ragnetto rossoblu volteggiare tra i grattacieli per poi cambiarsi d’abito e affrontare Manhattan in sella ad un vecchio Garelli 50, con tanto di casco per andare a prendere la morosa. Siamo un po’ tutti dei Peter Parker dopotutto. Per questo dopotutto si attende il quarto episodio e poi il quinto e così di seguito, in paziente attesa che al Dott. Connors, docente di Fisica di Peter Parker non venga la balzana idea di farsi ricrescere il braccio usando un siero estratto dalle lucertole…….

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