Regia di Larry Charles vedi scheda film
Il problema di Borat è che non fa ridere. Borat è il fertilizzante per gente che nella scatola cranica ha delle poltiglie fatte di pregiudizio e volgarità. Borat è il balsamo dei relativisti. Non contento di aver realizzato un film inguardabile come Masked and anonymous, Larry Charles si ripete con uno strepitoso successo ai botteghini per un pubblico decerebrato. Gli basta pochissimo: un nugolo di attori sconosciuti che si prestano a una sorta di mockumentary nel quale il giornalista kazako Borat Sagdiyev (Sacha Baron Cohen) lascia il suo paese alla volta degli Stati Uniti, dove deve effettuare un reportage e promuovere la cultura della sua terra d'origine. Arrivato nella terra a stelle e strisce, Borat bacia chiunque gli capiti a tiro, manifesta disappunto per la libertà concessa alle donne, scambia l'ascensore per la sua camera d'albergo, si masturba per strada guardando manichini femminili, raccoglie in un sacchetto la cacca in occasione di un pranzo in pompa magna non avendo familiarità con il cesso. Ma il massimo è quando si ritrova, completamente nudo, sotto il culo, altrettanto nudo, del camerman suo accompagnatore (Davitian), un ciccione schifosissimo che cerchia di risucchiarlo nei sui sfinteri. E ne ha per tutti: donne, ebrei, omosessuali, zingari. Un vero festival xenofobo. Si innamora di Pamela Anderson e a bordo di un ridicolo trabiccolo percorre l'america da costa a costa per poterla vedere.
Il film è la dimostrazione che basta essere scurrili e distribuire ovunque badilate di merda per avere successo. Aridatece Alvaro vItali e Mario Borghezio.
Golden Globe 2007 come miglior attore in un film musical/commedia a Sacha Baron Cohen. E non aggiungo altro…
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