Regia di Larry Charles vedi scheda film
Attenzione perchè questo è uno dei film più intelligenti apparsi negli ultimi anni. Abbiamo visto demolire il mito americano in ogni modo, ma mai in quello più semplice: giocando le sue stesse carte. La volgarità, il razzismo, il terrore, l'ignoranza: Borat (il personaggio) ha tutto questo in sè ed inevitabilmente adora gli Usa. Che però non ricambiano, non potendolo ammettere pubblicamente per evidente ipocrisia. In realtà gli americani lo adorano eccome, quando chiede un auto per investire gli zingari o una pistola per uccidere gli ebrei, quando davanti ad una folla in uno stadio proclama che George Bush deve bere il sangue di tutti gli abitanti dell'Iraq: il fatto è che questo non si può dire. O almeno non si poteva, prima di questo film: coraggioso e divertente, con un protagonista irresistibile ed incontenibile ed una spiccata vocazione per l'iconoclastia ed il politicamente scorretto che oggi vanno tanto di moda, ma che qui vengono portati avanti con intelligenza e senza alcuna ipocrisia. Anzi, se una forma di ipocrisia c'è, è tutta sul piano 'formale': l'operazione vorrebbe farci credere in una sorta di prolungata candid camera; in realtà si capisce spesso quanto siano costruite le situazioni e che non c'è assolutamente nulla di improvvisato e di reale. Se può esistere un film al tempo stesso demenziale e intelligente (a volte, estremizzando, gli opposti finiscono per coincidere), è sicuramente questo.
Borat, giornalista kazako, esplora le meraviglie degli Usa per trarne un documentario. Incontra così femministe, venditori d'armi, una riunione dei pentecostali e infine la donna della sua vita: Pamela Anderson.
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