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Lettere da Iwo Jima

Regia di Clint Eastwood vedi scheda film

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La recensione su Lettere da Iwo Jima

di Antisistema
10 stelle

Con Lettere da Iwo Jima (2006), Clint Eastwood porta a compimento il dittico dedicato alla sanguinosa battaglia di Iwo Jima avvenuta all'inizio del 1945 durante le fasi finai della seconda guerra mondiale, completando così il discorso cominciato con Flags of the our Fathers uscito nel medesimo anno, ma con il punto di vista dalla parte degli americani. 

Si trarra di uno dei più alti risultati mai raggiunti dalla settima arte e non solo quindi dal cinema bellico in generale; Clint Eastwood adopera un cast totalmente Giapponese (e non Cinesi o Coreani spacciati per tali) ed impone in tutto il mondo la distribuzione in lingua Giapponese con sottotioli della lingua del paese in cui è proiettato, l'unica concessione che il regista sceglie di fare è lo scegliere Ken Watanabe nella parte del generale Tadamichi Kurybawashi a capo delle forze disclocate nell'isola di Iwo Jima, per dare una speranza di incasso al film vista la fama dell'attore che all'epoca veniva dai successi di film come L'Ultimo Samurai, Memorie di una Geisha e Batman Begins, tutti successi di pubblico e critica che avevano reso l'attore Giapponese moderatamente conosciuto anche dal pubblico occidentale. Iwo Jima è un film sui fantasmi sepolti dalla cenere vulcanica dell'isola che a seguito di lavori di scavo in una grotta, venogono riportati alla luce e la storia fà luce finalmente anche sui vint e gli sconfitti; i circa 21.000 soldati Giapponesi quasi interamente annientati nel corso della difesa disperata ed impossibile dell'isola tra il Febbraio ed il Marzo del 1945. 

Per la prima volta si sceglie di rappresentare una battaglia non solo dalla parte del nemeico ma anche da quello che volgarmente è definito "perdente" dalla storia, ma si sa, i libri sono scritti dai vincitori e la carta stampata tranne che dire che quei soldati si sono battuti sino all'ultimo, non ci dice nulla sulle loro storie o su chi siano, questo è il compito del cinema e di Clint Eastwood. 

 

 

Iwo Jima è un isolotto di scarse dimensioni aspro, arido e brullo, la cenere vulcanica di cui l'isola è pregna in abbondanza ha impedito qualsiasi sviluppo della vita e complice anche un sole forte, su tale pezzo di terra non cresce nulla e manca totalmente l'acqua, in sostanza è un posto totalmente ostile alla vita. Perchè difendere a tutti i costi quindi questa anti-camera per l'inferno? Semplice, Iwo Jima è parte del sacro suol patrio Giapponese e non un territorio conquistato durante la guerra dall'esercito imperiale, quindi và difesa ad ogni costo sino all'ultimo uomo, anche se è un'impresa persa in partenza vista la totale mancanza di aviazione e la distruzione della restante parte della flotta nipponica nella recente battaglia delle Marianne. 

Kuribayashi ha quindi un'intuizione, la difesa in profondità, è inutile schierare soldati sulla spiaggia in trincea a farsi massacrare dalla flotta americana e senza alcuna copertura, diamo loro la spiaggia e sfruttando la conformazione dell'isola e la consocenza del territorio, martoriare con l'artiglieria e le mitragliatrici i marines sbarcati, causando loro fortissime perdite poichè impossibilitati a contrattaccare un nemico trincerato in posizioni difficilmente conquistabili e aiutato da chilometri di gallerie sotterranee in cui far transitare armi, munizioni, provviste e ordini, totalmente al riparo dalle navi americane che non possono fare molto per distruggere gallerie situate in profondità. 

 

 

Nella guarnigione ci sono soldati di varia estrazione sociale e temperamento; il soldato Saigo non ne vuole sapere della guerra, lui la odia e se dipendesse da lui, darebbe quest'isoletta del cavolo agli americani e se ritornerebbe a casa; un comportamento più da americano che da Giapponese secondo i detrattori del film, eppure Eastwood con tale scelta elimina decenni di propaganda sui Giapponesi visti come una massa di soldati pronti a sacrificarsi sino all'ultimo uomo a sprezzo del pericolo. Saigo era un fornaio, la guerra ha significato la fine di tutto e i continui sopprusi da parte dei membri della polizia militare che requisivano ogni tipo di cibo ed ingradiente perchè necessario all'esercito al fronte, poi non paghi di questo hanno portato via tutto il metallo poichè il paese essendo povero di materia prime, ogni oggetto di metallo era utile a fabbricare armi e proiettili necessari per l'esercito. 

Se la propaganda è attuata ed eseguita da invasati che vedono la chiamata alle armi come un grande onore (tanto il culo non è mica il loro), per Saigo che era in attesa di una figlia è un qualcosa di devastante e secondo la moglie è destinato a non tornare più. 

Kuribayashi è largamente inviso e visto con forte sospetto dall'establishment militare presente sullisola per via del suo forte pragmatismo di fondo, arrivando durante la battaglia a negare gli inutili e dispendiosi attacchi banzai per un ripiegamento su posizioni più facilmente difendibili. La disciprina militare impone di eseguire gli ordini del comandante, ma la tradizione millenaria non scritta di cui gli ufficiali dell'esercito imperiale sono imbevuti, impone il rituale del suicidio per preservare l'onore. 

Il risultato dei corpi devastati in Flags of our Fathers nelle grotte scavate dai Giapponesi, adesso c'è concesso di vedere l'origine di quel sinistro rituale suicida. Lettere da Iwo Jima azzera le differenze tra nemico e amico, siamo tutti esseri umani catapultati in questa assurda follia chiamata guerra, tutti i soldati hanno famiglie e madri ad aspettare il ritorno dei figli al fronte per poterli riabbracciare e assaporare finalmente la pace dall'inferno delle bombe, come il tenente Nishi che riesce ad azzerare qualsiasi barriera culturale ed ideologica con la lettera del soldato Sam.

 

 

 

La propaganda ci ha sempre mostrato un Giapponese spietato, eppure Eastwood ci mostra per la prima volta degli americani infidi senza pietà che ammazzano dei soldati Giapponesi oramai prigionieri (lì dove Spielberg non ebbe il coraggio in Salvate il Soldato Ryan di mostrare la rabbia degli americani con una sequenza abbastanza retorica che poi sfocia nel grottesco ritorno del tedesco sul campo di battaglia mostrando che il nemico è sempre infido). Clint Eastwood è oramai troppo maturo per far sfociare il suo cinema in uno sterile pacifismo abusato, il regista non può far altro che dare l'onore delle armi agli uomini di entrambi gli schieramente, che non hanno fatto che battersi per convinzioni in cui credevano manovrati da autorità più in alto di loro. 

Lo stesso Nishi e Kuribayashi che per tutto il film hanno negato come follia gli attacchi banzai, alla fine sono pedine di un ingranaggio più grande di loro arrivando con umana contraddittorietà a far uso dei loro valori del proprio paese nel momento finale. 

Toccante l'epitaffio del generale Kuribayashi rivolto con lo sguardo al suo paese mentre poggia il suo capo in quello che è ancora il sacro suol patrio Giapponese, mentre Saigo nel finale vedrà quello stesso sole ora intriso di colore rosso tramontare definitivamente a  simboleggiare la fine delle aspirazioni imperialiste di un Giappone che di lì a 5 mesi verrà devastato da due bombe atomiche e costretto ad arrendersi, mettendo fine alla più grande mattanza della storia dell'umanità. 

Non un gran successo in america per via dell'ostacolo della lingua imposto da Eastwood, ma grandissimo successo in Giappone dove il film tutt'ora è la pellicola più amata del regista americano, risvegliando una coscienza nazionale e la riscoperta di queli antichi quanto contraddittori valori. Un capolavoro assoluto della storia del cinema che nonostante le 4 nomination agli oscar tra cui miglior film e regia, venne ingiustamente sconfitto da un film vecchio e stanco come The Departed di Scorsese. Iwo Jima allora un'isolotto dimenticato da Dio, oggi ha il suo posto nella storia che gli spetta grazie alla riscoperta di Clint Eastwood, il quale riporta alla vita e dignità fantasmi che furono inglobati dalle tenebre. 

 

 

Film aggiunto alla playlist dei capolavori :https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&cad=rja&uact=8&ved=2ahUKEwiQ64jK7__kAhUCCuwKHblfCJcQFjAAegQIABAB&url=https%3A%2F%2Fwww.filmtv.it%2Fplaylist%2F703149%2Fcapolavori-di-una-vita-al-cinema-tracce-per-una-cineteca-for%2F&usg=AOvVaw3FndbPdIy9HODds-gDQZ-8

 

 

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