Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
A Hollywood se un regista fa incetta di Oscar, per un po’ di tempo ha l’opportunità di avere mano libera nel creare progetti anche impossibili. E’ successo a Clint Eastwood, dopo lo straordinario e meritato successo di MILLION DOLLAR BABY ha deciso di ricostruire la battaglia di Iwo Jima, seconda guerra mondiale, fronte giapponese, prima con FLAGS OF OUR FATHERS, la battaglia dal punto di vista americano poi LETTERE DA IWO JIMA dalla parte dei nipponici col dovuto rispetto e comprensione. Eastwood fedele al suo stile classico racconta l’autentica resistenza attuata dai giapponesi sull’isola di Iwo Jima, i cambi di ufficiali e di strategia per fronteggiare l’imminente e poderoso sbarco americano. Egli mette in risalto, in maniera particolare, le inevitabili scelte dei soldati di fronte al millenario codice d’onore dell’Impero del Sole: suicidarsi o combattere fino alla morte al grido di BANZAI.
Il buon vecchio Clint sceglie un registro intimista e minimalista per raccontare tutto ciò, stavolta non è ambiguo come in GUNNY ma dichiaratamente antimilitarista e tra le righe ci mostra l’assurdità della guerra. Qualcuno l’ha paragonato a Kurosawa, forse è eccessivo ma l’ultima mezz’ora è semplicemente bellissima.
Nel reparto tecnico non vanno trascurate la stupenda fotografia di T.Stern, un impasto di bianco/nero/grigio e le commoventi musiche di K.Eastwood e M.Stevens.
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