Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Se possibile ancora migliore di "Flags of our fathers" e per motivi molteplici e tutt'altro che marginali.
Bellissimo quadro bellico di Eastwood che, per l’ennesima volta, conferma di aver acquisito una sensibilità incredibile che gli permette di raccontare storie con un’enfasi davvero notevole.
Così questo film assume valenza di pezzo cinematografico pregiato, di grande valore per tanti motivi.
Primo per il coraggio, lui americano, di rappresentare una battaglia storica vista dal punto di vista dei giapponesi (dopo che in precedenza con “Flags of our fathers” l’aveva presentata dal punto di vista americano), girando un film zeppo di sentimento, facendo notare, se ce ne fosse bisogno che in guerra non esistono buoni e cattivi.
La prima ora, di preparazione alla battaglia, è densa di particolari e di accadimenti che ci permettono di affezionarci ai personaggi e di capire la situazione, caratterizzata da una fotografia per me davvero notevole con delle scelte cromatiche della luce che risaltano agli occhi dello spettatore.
Dopo di che la parte tecnica prende in parte il sopravvento e risulta essere davvero notevole e meticolosa accompagnata da un montaggio serrato, ma mai confusionario.
Senza dimenticarci che ogni uomo ha un cuore, giusto o sbagliato che sia. Personalmente gli do cinque stelle, soprattutto per il valore dell’operazione (molto coraggiosa tra l’altro) del doppio film e più in generale, perché nel suo genere è un film che vale la pena di vedere e ricordare a lungo.
Prova degna di Oscar la sua. Il suo generale si sopraeleva dal resto dei contendenti per umanità, destrezza e carattere. E questo grazie alal sua prova vibrante e concentrata.
Regia di esperienza, attenta sotto tutti i punti di vista ed elevata ancor di più grazie alla sensibilità che la caratterizza. Ormai Eastwood sa toccare il cuore degli spettatori e lo sa fare, senza ammiccamenti banali, ma semplicemente raccontando con enfasi le sue storie.
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