Regia di Kevin Macdonald vedi scheda film
Chi ricorda le atrocità commesse negli anni ’70 dal dittatore ugandese Amin Dada, non può che apprezzare l’ottima ricostruzione proposta da Kevin Macdonald con un film che, pur adeguandosi all’esigenza di spettacolarità, suspense e avventura del cinema rivolto al grande pubblico, invita ad osservare con distacco la possibilità sempre in agguato di vedere paesi, in apparenza lontani, governati da personaggi psicopatici, con la complice indulgenza e talvolta l’appoggio delle potenze occidentali. Un bel film che deve molto a “Général Amin Dada: Autoportrait” un documentario realizzato nel 1974 da Barbet Schroeder, che ebbi l’incredibile fortuna di vedere in sala a Parigi. E’ il classico caso in cui la realtà supera la fantasia. Interpretato da un Forest Whitaker ispirato e giustamente ricompensato dall’Oscar, il suo Amin Dada appare quello che è: un bambino. Proprio per questo fa paura, come gli dice nel finale, Nicholas Garrigan, il medico e consigliere personale scozzese del dittatore, ruolo affidato a James McAvoy, vero protagonista dell’intera vicenda, ma surclassato dalla prestazione di Forest Whitaker.
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