Regia di Kevin Macdonald vedi scheda film
Secondo film per Kevin McDonald, che si è aggiudicato il premio Oscar per l'attore protagonista, assegnato al robusto Forrest Whitaker già meritevole per molti vent'anni prima con un altro ruolo preso dal vero, quello di Charlie "Bird" Parker nel film di Clint Eastwood: "L'ultimo re di Scozia" è chiaramente un riferimento a qualcosa che non esiste, o non è riconosciuto, e nel caso è appunto Idi Amin Dada, uno dei più tristemente conosciuti dittatori d'Africa del mondo moderno, messo su dagli ex-colonialisti e come tanti altri lasciato libero d'imporre un regime di sangue, carneficine e crudeltà immonde. L'avventura del giovane medico scozzese che entra nelle grazie del generale neo-presidente che diviene sempre più drammatica a mano a mano che Idi Amin usa il Potere e alla propria paura di essere eliminato corrisponde con una sempre più distruttiva forza repressiva è discretamente raccontata, però è vero che James McAvoy dà volto ad un personaggio di rara cretineria, che causa per leggerezza e incoscienza minimo tre uccisioni, e sebbene vada incontro, prima di fuggire, ad un supplizio analogo a quello di Richard Harris ne "L'uomo chiamato cavallo", acquista antipatia progressivamente. Semmai, c'è da dire che il film poteva tentare, già che c'era, una lettura più ampia dei crimini e gli eccidi cui si sono lasciati andare certi militari passati a dittatori in una salva di spari e dell'atteggiamento colpevole, ed interessato, delle potenze occidentali in tal contesto. Interessante, ma poteva essere ben altro film.
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