Regia di Kevin Macdonald vedi scheda film
Quello dell'Ultimo re di Scozia era uno sfondo storico che potenzialmente poteva dare molto in un film. Mi sembra che, purtroppo, MacDonald e il suo cosceneggiatore non abbiano saputo sfruttare pienamente il potenziale del film, che tuttavia regge la tensione fino alla fine, ha qualche momento di forte tensione, qualche altro che spinge a distogliere lo sguardo (come nell'atroce citazione dell'"Uomo chiamato cavallo") e talvolta sfrutta qualche stereotipo di troppo. Però mi pare che sia resa bene l'atmosfera delle giovani nazioni africane negli anni Settanta, quando sembrava che questi paesi, appena riacquistata la propria libertà dal dominio coloniale, avessero potenzialità grandissime, tutte puntualmente sperperate dai vari tirannelli messi là per curare grettamente gli interessi dei paesi degli altri continenti (capitalisti o comunisti che fossero). Il personaggio di Idi Amin mette bene a fuoco la natura di apprendisti stregoni di certi paesi colonialisti, tra i quali ha certamente primeggiato la Perfida Albione, che si è tirata su questi boiaccia assetati di sangue finché le hanno fatto comodo e poi li ha mollati ai primi accenni di una follia che era ben visibile fin dall'inizio di queste dittature (oltre ad Amin, basti pensare al folle Bokassa). Uno dei pregi del film è sicuramente costituito dalla fotografia di Anthony Dod Mantle; all'attivo stanno anche una colonna sonora ben giostrata (molto bella una versione live di "Me and Bobby McGee" che fu di Janis Joplin) e l'interpretazione di Forest Whitaker. Come i cavoli a merenda invece la presenza di Gillian Armstrong.
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