Regia di Renato Pozzetto vedi scheda film
Un film difficile da maneggiare, da vedere, da commentare, perché la stima per Renato Pozzetto è enorme. Ma dietro la macchina da presa ha sempre dato il peggio, dallo stralunato e inconcludente Saxofone (1978) all?inguardabile Papà dice messa (1966). Con Un amore su misura l?attorcomico di Laveno cerca un rilancio su grande schermo, mentre insieme a Cochi imperversa in Tv e nei teatri. Gli va male, perché attaccato al film c?è poco poco, giusto qualche situazione gustosa (guarda caso quelle con la ?spalla? di sempre) e un paio di battutelle surreali delle sue che però, francamente, non bastano a impedire di rimpiangere l?Antonio Barozzi di Sono fotogenico. Con la storiella dell?uomo che si innamora della donna-droide programmabile, poi, si ripropone l?esile sogno di quell?Italia mediopiccola, un po? bigotta e un po? maschilista, che già ispirò Alberto Sordi e (ahinoi) Rodolfo Sonego per Io e Caterina. La confezione fa il resto: un?idea di messa in scena da televendita, una sceneggiatura per modo di dire e un gruppo di attori, Cochi e Renato (Scarpa) per primi, che fanno di tutto per coprire le falle. A firmare le musiche, davvero incredibile, il miglior chitarrista rock italiano, anche allievo di Quincy Jones: Corrado Rustici.
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