Regia di Edward Zwick vedi scheda film
Sulla carta trattasi di un film drammatico di denuncia, eppure riesce a sorprendere sovvertendo i canoni tipici del genere. Sceglie con determinazione, per l'appunto, di non avvalersi del paradigma classico da documentario, bensì predilige un'opzione più in stile avventuroso, sfociando quasi nel thriller. «Hai la tua storia», afferma a un certo punto uno dei personaggi. Ecco, questo mi pare sia proprio l'approccio corretto d'interpretazione, ovvero quello di un racconto più o meno romanzato, finalizzato a ridestare le coscienze su un'immane tragedia quanto mai attuale. Ci pungola nelle nostre comodità, scoperchiando il rifugio dietro una delle più gravi piaghe che ci affligge: un'accidiosa indifferenza, per non dire una complice omissione.
Davvero mi sono sentito partecipe e coinvolto. La vicenda di Solomon Vandy (Djimon Hounsou) tocca in più di un'occasione le corde della commozione, addirittura inducendomi a sfiorare le lacrime (il che mi accade assai di rado) nel suo incontro con il figlio. Complimenti all'attore per la sua immedesimazione totale. Oltre al plauso per la colonna sonora di James Newton Howard, cui di certo è da attribuirsi un contributo affatto indifferente alla trasmissione di emozioni. Promosso anche Leonardo DiCaprio (Danny Archer), ormai già avviato nel pieno della maturità nella sua professione e deciso a mostrare la sua competenza. Fiore all'occhiello è l'incantevole Jennifer Connelly (Maddy Bowen), capace di offrire una radiosa comprimaria, la quale buca letteralmente lo schermo.
Sì, non si tratta di un capolavoro ed è imperfetto. Però consegue il suo nobile scopo che si era prefisso, senza sbavature, in una maniera tale da avvincere con costanza, vuoi per il ritmo e la tensione sempre elevati, vuoi per i contenuti forti, l'importanza delle tematiche, la cruda realtà delle immagini. Consigliato!
Un ex mercenario diventato contrabbandiere e un pescatore Mende, durante la guerra civile che sconvolge la Sierra Leone nel 1999, si uniscono nel tentativo di portare a termine due missioni altrettanto disperate: recuperare un raro diamante rosa di immenso valore e salvare il figlio del pescatore, arruolato come bambino soldato tra le fila delle brutali forze rivoluzionarie che si fanno strada a colpi di tortura e bagni di sangue.
Ottimo risultato è quello conseguito in questa occasione da James Newton Howard. La sua musica, infatti, carica ciascun momento del giusto pathos, senza mai essere invadente. Un valore aggiunto che mi sento di riconoscere.
Perché dovrei cambiarlo?
Se non è il suo miglior lavoro, sono convinto sia ad ogni modo assai prossimo ad esserlo.
Il mercenario Danny Archer. Bravo. Ha ormai abbandonato i panni del divo per ragazzine.
Il pescatore Solomon Vandy. Intenso, credibile e convincente.
La giornalista Maddy Bowen. Quando il talento si sposa con la beltà.
Colonnello Coetzee. Sarà un mio limite, ma in lui vedo ancora l'Imhotep de La Mummia (1999).
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