Regia di Edward Zwick vedi scheda film
Opera forse sopravvalutata ma con solidi interpreti e regia non senza ispirazioni. Su tutto si impongono forse i paesaggi e le scene d'azione. Dubbio sulle reali intenzioni sociali: condanna per ciò che si continua a fare, o assoluzione per essersi impegnati a fare meglio?
Il pregio principale di questo film sta nel cast: Leonardo DiCaprio per primo, validamente accompagnato da attori ben piantati nei rispettivi ruoli e molto credibili.
Si tratta di un'opera con notevoli, e non dissimulate, ambizioni sociali e politiche, che vuole portare alla luce le problematiche relative all'origine dei diamanti africani. In questo aspetto, non delude le aspettative, offrendo ampie spiegazioni sia attraverso i dialoghi, che nei testi a ridosso dei titoli di coda. Sicuramente si può inquadrare nel filone didascalico, insomma.
Se l'intento di denuncia sembra perseguito compiutamente, un po' meno quello di lezioni morali, risultando apparentemente un po' troppo compiacente nei confronti di istituzioni e politica, che sembrerebbero aver quasi risolto il problema, mentre - anzi, suggerisce il film - sono semmai i consumatori a doversi svegliare e attivare. Per questo, e per altri motivi, l'opera sembra eccessivamente incline al buonismo, trasformando il protagonista senza un reale processo psicologico.
Colpisce una fotografia molto nitida, con paesaggi e colpi d'occhio notevoli e spesso incantevoli. La componente di azione è quella che spicca su tutto, ed è certo assai coinvolgente. Purtroppo, anche in questo caso, spesso la verosimiglianza è proprio ai limiti estremi, se non oltre: elicotteri che sorvolano centinaia di persone armate senza un graffio, o azioni quasi alla Avengers, lasciano un po' perplessi.
Anche la durata sembra alquanto dilatata, finendo per riproporre situazioni che, se non proprio identiche, si assomigliano parecchio, e che si sarebbero potute risparmiare. Qualche "fuga impossibile" in meno avrebbe reso il tutto più realistico.
Alla fine della visione si affaccia un atroce dubbio: è un film di denuncia, o di (auto)assoluzione? Ai posteri l'ardua sentenza!
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