Regia di Giovanni Veronesi vedi scheda film
Film ad episodi, legati dal filo conduttore della descrizione di rapporti uomo / donna. Nella prima parte, un giovane ricoverato in ospedale per temporanea impossibilità di deambulare, s'innamora della sua fisioterapista. Nel secondo episodio, la stabilità di una coppia costretta a ricorrere all'inseminazone artificiale, è messa a dura prova dalla tempesta ormonale cui è sottoposta la donna. Successivamente, il regista descrive le tensioni tra due gay, in procinto di sposarsi, per incomprensioni reciproche e difficoltà nell'essere accettati. Infine, un uomo maturo perde la testa per una giovane, la quale lo asseconda - vedendo in lui una sorta di sostituto del padre, che non ha mai conosciuto - ma sa rinunciare nel momento in cui comprende di aver messo in pericolo la tenuta di una famiglia. Il film non mi è piaciuto; dei quattro episodi, ho trovato i primi tre assolutamente insipidi. Il primo sembra creato esclusivamente per ruotare intorno ad una scena di sesso tra i personaggi interpretati da Monica Bellucci e Riccardo Scamarcio; il secondo ed il terzo banalizzano questioni di attualità affrontandole con toni eccessivamente didascalici, come se il regista Giovanni Veronesi sottovalutasse la capacità intellettuali dello spettatore. L'ultimo episodio è più gradevole. Propone un Carlo Verdone in un ruolo a lui consono, un borghese represso, combattuto tra voglia di vivere e necessità di salvare le apparenze, coinvolto in un'avventura sentimentale con una bella e spontanea ragazza spagnola, sofferente per l'assenza della figura paterna. Il personaggio interpretato da Carlo Verdone, Ernesto, rimane spiazzato nel momento in cui la moglie, cui confessa il tradimento, lo perdona e lo scongiura di non andar via di casa, pur di salvare l'unità della famiglia. Epilogo interessante, per questo episodio, che comunque non vale le oltre due ore di visione del film. Qua e là si sorride, nonostante la drammaticità degli eventi. La visione è guastata dai troppi luoghi comuni e da toni eccessivamente didascalici. Il cast è notevole, ma in pochi - forse solo Carlo Verdone - riescono ad onorare le loro capacità. Prestazioni opache per Barbora Bobul'ova, Antonio Albanese e Sergio Rubini; inguardabili Monica Bellucci, Riccardo Scamarcio, Fabio Volo. Sono tentato di vedere il prequel, del quale leggo giudizi migliori, ma molto difficilmente vedrò il sequel.
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