Regia di Renato Pozzetto, Giorgio Capitani vedi scheda film
Dopo il buon successo di pubblico di "Tre tigri contro tre tigri" (1977) di Sergio Corbucci e Steno (Stefano Vanzina), si replica con gli stessi interpreti e la stessa formula ad episodi a sé stanti, ma il risultato delle singole vicende, stavolta, è più modesto.
Primo episodio. Di Renato Pozzetto. Con Renato Pozzetto, Cochi Ponzoni (Aurelio Ponzoni), Angela Luce (Angela Savino).
Un pittoresco personaggio che trasporta letame con un motocarro elaborato a tre ruote di colore rosso, si ritrova a fare il cameriere nella villa di una ricca quanto insopportabile industriale, rimanendo invischiato nelle trame del marito di quest'ultima che ne progetta da tempo l'eliminazione.
Secondo episodio. Di Giorgio Capitani. Con Paolo Villaggio, Ugo Bologna, Nadia Cassini (Gianna Lou Müller).
Un ingenuo e frustrato scrittore di fantascienza, è talmente assuefatto dalle sue storie di alieni che non riesce più a distinguere la realtà dalla fantasia. Il bello è che il protagonista gli extraterrestri li incontra sul serio, anche se non saranno proprio come se li era immaginati.
Terzo episodio. Di Giorgio Capitani. Con Enrico Montesano, Erika Blanc (Enrica Bianchi Colombatto), Renzo Ozzano.
Impegnati in un'esercitazione militare, un manipolo di Bersaglieri perde il contatto con il centro comando e, in modo fortuito, senza accorgersene, sconfina in Svizzera scatenando un grave incidente diplomatico.
Il primo episodio è la summa (nel bene e nel male) del "Cochi e Renato-pensiero", la parte più lunga (40 minuti) e trainante dell'intera pellicola.
A Pozzetto viene lasciata carta bianca, debutta dietro la macchina da presa (anche se il vero esordio in un lungometraggio sarà in "Saxofone", sempre nel 1978) e si contorna di buona parte dei suoi amici/colleghi del Derby Club. Al fido Ponzoni, coprotagonista, si affiancano Massimo Boldi, Felice Andreasi, Giorgio Porcaro, Ernst Thole e, soprattutto, Enzo Jannacci (che si firma col suo vero nome, Vincenzo) il quale, dietro le quinte, scrive e sceneggia l'episodio (insieme alla coppia) e collabora alle musiche del film con Piero Umiliani.
Sulle note del tormentone "Lo sputtanamento", prende il via una celebrazione del nonsense tanto geniale quanto disomogenea, con sketch azzeccati, su tutti la "trattoria semivuota", oppure la minuscola catapecchia in legno spacciata come una villa, a cui si contrappongono siparietti di imbarazzante mediocrità.
Un'occasione mal sfruttata, purtroppo.
Le location sono state scelte sulla sponda lombarda del Lago Maggiore, posti tanto cari e conosciuti dalla coppia di comici; Laveno-Mombello, Gemonio, Caravate, Monvalle, tutte località in provincia di Varese.
L'episodio con Villaggio è inguardabile.
Il comico genovese, a dire il vero, ci mette anche un po' di buona volontà, ma sono il soggetto e la sceneggiatura di Castellano (Franco Castellano), Pipolo (Giuseppe Moccia) e Gianni Manganelli (Giovanni Manganelli) ad essere indifendibili, così come la regia insondabile di Giorgio Capitani.
Ed allora, tra inguardabili effetti in stop-motion ed indicibili discorsi alieni (di Oreste Lionello la voce fuori campo), il fisico "spaziale" della Cassini è una luce fioca nel baratro più profondo.
Girato a Roma.
L'ultimo episodio è tutto sulle spalle di Montesano, protagonista assoluto e mattatore instancabile, talvolta un po' troppo istrionico. Da una buona idea di fondo di Italo Terzoli ed Enrico Vaime, una barzelletta tirata per le lunghe che, ben prima della fine, mostra inevitabilmente la coda.
Girato a Roma, Bellagio (CO) e Varenna (LC).
Musiche di Enzo Jannacci e Piero Umiliani.
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