Regia di Gabriele Muccino vedi scheda film
Esordio in terra d'America di grande successo (oltre 130 milioni di dollari d'incasso in un mese,e non è ancora finita) per Gabriele Muccino, "fuggito" dopo la delusione collettiva circa "Ricordati di me"( ma ho delle perplessità che spiegherò più avanti):ispirato a una storia vera, "La ricerca della felicità" è una celebrazione dell'American Dreamer, come la vede uno straniero, e quindi, forse, il film è ancor più convinto di sè. "L'ultimo bacio", un buon film, non mi parve entusiasmante, "Ricordati di me",che conteneva qualche momento di cinema interessante,ma non era brutto come in molti lo catalogarono,erano film comunque assai differenti da questo. Muccino abbandona i ritmi concitati e talvolta un pò esagerati di quei lavori, facendo sì che questo sia anche troppo lento ad entrare nel vivo della storia:trova in Will Smith un interprete capace, che lo aiuta nelle scene in cui il racconto diviene toccante, come nella scena in cui il suo personaggio gioca con il figlio nella stazione della metropolitana oppure ,rimasto senza posto per dormire, si chiude nei bagni e piange silenziosamente quando qualcuno cerca di forzare la porta chiusa.Messaggio finale un pò troppo retorico,e qua e là emerge,soprattutto per via della sceneggiatura, una certa propensione alla faciloneria, per cui il protagonista,in piena era Reagan, incontra tutti signori bianchi e ricchi che gli prestano ascolto e tempo,e addirittura cercano di aiutarlo in ogni modo. Il film non è brutto, probabilmente Smith si prenderà una nuova nomination all'Oscar(splendido il momento in cui esplode di una gioia tutta personale e silenziosa,tra la folla), Muccino lavorerà di nuovo in USA: di qui a dire che "La ricerca della felicità" è un film da vedere assolutamente,come qualcuno ha scritto, ce ne corre, e parecchio.
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