Regia di Alessandro Angelini vedi scheda film
Fabio (Giorgio Pasotti) è un educatore che lavora in una struttura carceraria a stretto contatto con i detenuti. Un giorno tra i nuovi carcerati compare suo padre (Giorgio Colangeli), che non vede da anni; da quando lui, processato e condannato per omicidio, non decise di abbandonare la sua famiglia.
Vista la trama su cui si basa, L'aria salata poteva essere uno di quei tanti film - tra il drammatico e lo sdolcinato - pronti a impantanarsi in un guzzabuglio sentimentale di facile macchinazione. Invece, è piacevole scoprire un'opera sentita, sincera; una vicenda che non perde mai autenticità dall'inizio alla fine. Tutto è giocato sul rapporto padre-figlio; Fabio ama e odia suo padre in egual misura, e sebbene ancora pieno di rabbia nei suoi confronti vorrebbe recuperare il rapporto con lui; suo padre però è un uomo che ha sbagliato tanto, troppo, e ormai è tardi per tornare indietro. Ma la rappresentazione di questo rapporto, semplice e allo stesso tempo complesso, non è mai pesante, non è mai retorica, e trova una misura tanto composta quanto efficace. Bravo Giorgio Pasotti. Bravo, anzi bravissimo, Giorgio Colangeli.
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