Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Ci sono alcune inquadrature che sono già tutto un dire, comincia a prendere piede il metodo cinefilo che caratterizzerà il cinema di Hitchcock da qui in avanti e, anche se in forma minore, in quelli precedenti. La trama articolata ma ottimamente svolta aiuta lo spettatore a partecipare allo svolgimento della storia Ingrid Bergman e Gregory Peck poi, rendono il tutto eccessivamente teatrale e magico! L'enfatizzazione delle espressioni e dei sentimenti finisce per avvolgere la pellicola di un'aura quasi surreale, pur raccontando un fatto verosimile e propriamente dettagliato. Il sospetto, protagonista di ogni pellicola Hitchcockiana, pur non insinuandosi tra i due protagonisti, in modo radicale, lo a nella mente dello spettatore che oscilla tra le varie conclusioni opinabili, rimanendo interdetto fino al finale rivelatorio. La capacità, man mano sempre più radicata, della regia di Hitchcock è quella di incollare lo spettatore al televisore e non farlo staccare fino alla fine, riuscendo a mantenere alta l'asticella dell'attenzione, non annoiando chi guarda ma creando i presupposti affinché la suddetta si accresca esponenzialmente con lo svolgimento della pellicola e il conseguente intersecarsi della storia.
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