Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Il giovane e aitante nuovo direttore della casa di cura in cui opera la protagonista Ingrid Bergman è un uomo affascinante e piacevole,ma nonostante il profilo deciso di Gregory Peck nutre un disagio marcato,che lo porta a momenti di trance vera e propria,e affiora il dubbio che possa aver commesso un delitto nelle fasi di "assenza":prima collaborazione tra Hitchcock e la diva Ingrid,"Spellbound" è probabilmente il film ostentatamente psicanalitico della cinematografia del cineasta inglese,ma in un'opera omnia in cui la decifrazione di dettagli,schemi,caratteri a livello di analisi psichica è cruciale,è uno dei lavori meno convincenti e appassionanti che Hitch abbia girato.Un melò screziato di mistero,ma non abbastanza avvincente,perchè della colpevolezza del coprotagonista Peck non si arriva mai a convincersi,e l'eroina è fin troppo determinata nella propria purezza perchè si affacci nello spettatore il dubbio che possa aver preso una madornale cantonata.Celebre la sequenza onirica,per cui nientepopodimeno che Salvador Dalì realizzò una visione destinata a impressionare pubblico e critica,ben recitato,e impaginato (ma ad un autore di queste proporzioni è il minimo che si possa chiedere),però per l'intera pellicola si ha la sensazione che il regista si trattenga,e non curi il racconto come vorrebbe,forse per i limiti dell'epoca,e pensare che è una sceneggiatura cui ha messo mano Ben Hecht,e non ci sia un vero e proprio approfondimento nè del tema,nè dello scavo dei personaggi.Se Ingrid mantiene un fascino e una femminilità a livello molto corposo,Peck mantiene meno chiaroscuri di quanto il ruolo poteva far sviluppare,e forse era un personaggio cui uno come Cary Grant,forse,avrebbe saputo imprimere maggior ambiguità.Un bel film,senza dubbio,ma non memorabile come quasi tutto quel che ha realizzato chi firmò "Gli uccelli" e "La finestra sul cortile".
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